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Unioncamere, nel 2007 acquisti in frenata

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Con la Finanziaria i consumi delle famiglie aumenteranno solo dell'1,2%. Contro l'1,6% del 2006

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Le famiglie acquisteranno meno rispetto al 2006: +1,2% contro l'aumento dell'1,6% atteso per la fine di quest'anno. Gli esperti del centro studi di Unioncamere in collaborazione con Prometea, ritengono infatti che la Manovra non sarà indolore e finirà col pesare sulle famiglie italiane, con l'effetto di ridurre i consumi. Fatto salvo per il Nord-Ovest, che sarà l'unico a oltrepassare, sebbene di pochissimo, la media nazionale, portandosi a +1,3% grazie soprattutto al traino della Lombardia, che in controtendenza vedrà crescere i propri consumi dell'1,5%. E se Nord Est e Centro si allineano sulla media italiana, il Sud resta al di sotto di questo livello (+1,1%). Insomma, non mancano elementi di criticità nella fotografia per il 2007 scattata dall'Associazione presieduta da Andrea Mondello, che ieri ha immortalato sotto tinte scure anche la situazione italiana sul fronte della crescita. Rallenta, infatti, il Pil. Nel 2007 l'incremento dovrebbe attestarsi a +1,4%, contro il +1,7% atteso per il 2006. In linea con i dati diffusi a novembre dai maggiori organismi nazionali e internazionali: l'Ocse ha stimato il Pil 2007 all'1,4, mentre Bankitalia prevede una crescita dell'1,5. Tra le cause del rallentamento generale dell'economia, Unioncamere indica la decelerazione attesa dell'economia tedesca, fattore che potrebbe incidere negativamente sulle nostre esportazioni. L'export italiano, infatti, dovrebbe mantenersi su livelli significativi (+4,4%) con punte di eccellenza in regioni come Lazio (+5,7%) e Liguria (+7,1%), ma comunque in flessione rispetto ai risultati 2006, che dovrebbe chiudere con un progresso del 5,1%. Intanto, in vista di un 2007 contrassegnato da una decelerazione, il presidente di Unioncamere Andrea Mondello invita a riagganciare i «tenui segnali di ripresa» emersi nel 2006 e a trasformarli «in un processo solido e duraturo», aiutando le imprese a crescere. «La vitalità imprenditoriale - ha detto ieri nel suo intervento all'assemblea - è un patrimonio che va riconosciuto, salvaguardato e promosso. Se continuiamo a rendere le imprese oggetto di vincoli, ostacoli e vessazioni non facciamo l'interesse dell'Italia». Del resto la missione delle camere di commercio «è di accrescere la competitività dei territori», ma l'obiettivo è messo «fortemente a repentaglio» dalle norme introdotte dalla finanziaria. Nella sua attuale formulazione infatti, ha detto il presidente di Unioncamere, la manovra presentata dal ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa, impone di limitare «impropriamente alcune spese strategiche». Le entrate delle camere di commercio provengono «esclusivamente dalle risorse che le imprese ci affidano attraverso il versamento del diritto annuale. Migliorando i territori, rendendoli più competitivi restituiamo tali risorse alle imprese con effetti moltiplicati. E in questo modo contribuiamo anche all'aumento del reddito e delle entrate fiscali dello stato». Da qui la richiesta al Governo. Un invito, quello di Mondello, a «non bloccare questo delicato meccanismo, non colpire la nostra "intelligenza", non ridurre la nostra capacità di ideare, progettare e realizzare gli interventi necessari per lo sviluppo e la competitività delle imprese».

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