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Alitalia, obbligo di Opa per chi compra

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La quota venduta dal Tesoro è pari al 30,1%. L'acquirente dovrà rilevare tutto il capitale

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La scelta del Tesoro, di mettere sul mercato una quota del 30,1%, appena al di sopra della soglia che fa scattare l'obbligo di opa, punta così a tutelare i piccoli azionisti che avranno il diritto di recesso, e taglia la strada ai raider per puntare su investitori dalle spalle forti che possano sostenere un serio piano industriale di rilancio. Il Tesoro metterà sul mercato anche tutte le obbligazioni convertibili in azioni Alitalia: ha in mano il 62,5% di quelle emesse in occasione del prestito da 714 milioni del 2005. Potrà poi decidere di aderire all'Opa, come ogni altro azionista, conferendo la quota residua del 19,8% (oggi ha il 49,9%): ma probabilmente non lo farà, per lasciare al governo, che così perde il controllo ma resta azionista, qualche spazio di indirizzo politico. «Avevo promesso che avrei fatto presto. E oggi abbiamo adempiuto alle promesse», ha commentato il Presidente del Consiglio Romano Prodi: «Non c'è nessun fatto nuovo - aggiunge -. Avevo parlato di quota di maggioranza, il 30,1% è la maggioranza». Forti acquisti in Borsa, dove il titolo è tornato sopra quota un euro per la prima volta dallo scorso maggio. I mercati scommettono sul prezzo dell'opa obbligatoria, che verrà determinato dalla media tra il prezzo di cessione della quota del Tesoro ed il prezzo medio del titolo negli ultimi 12 mesi. La quota potrebbe essere ceduta ad un valore intorno ai 300 milioni. Il titolo, sospeso in Borsa prima della comunicazione del Tesoro, alla ripresa delle contrattazioni ha reagito con rialzo oltre il 5%, per poi chiudere a 1,02 euro in aumento del 6,39%. Scambi sostenuti, pari al 15,85% del capitale ordinario. Parte così l'iter per arrivare, «presumibilmente entro al fine dell'anno» indica il Tesoro, al bando di gara. Il primo passo è la scelta degli advisor, probabilmente saranno due, uno per gli aspetti legali ed uno industriale-finanziario. Sono già partite le lettere di invito, una ventina, rivolte all'intero mercato dei possibili consulenti per questo tipo di operazioni, nazionali ed internazionali. Verranno valutati le credenziali, le esperienze precedenti, ed i costi. La procedura verrà seguita dal Comitato per le Privatizzazioni, che fa riferimento al Tesoro. Per gli aspetti di natura industriale avrà voce anche il Ministero dello Sviluppo Economico. «No comment» da Air France, da tempo indicata come la soluzione più percorribile per una alleanza internazionale per l'esistenza, con Alitalia, di un accordo commerciale rafforzato da uno scambio azionario del 2%. Per il Wall Street Journal «trovare un acquirente sembra difficile», per i vincoli che il governo intende porre alla privatizzazione. Il Tesoro ha confermato che nel bando verranno inserite diverse garanzie di difesa degli interessi pubblici.

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