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Una superpopolare senza tagli

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I vertici cercano il consenso dei soci: no a licenziamenti e chiusure di filiali

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La superpopolare che nascerà dall'aggregazione di Bpi e Bpvn manterrà inoltre un forte legame con il territorio. E la holding a capo del nuovo gruppo, terzo in Italia e fra i primi 30 in Europa, sarà una banca popolare e non verrà trasformata in spa come le due società sottostanti che gestiranno le reti di sportelli. All'indomani dell'incontro con la comunità finanziaria, i vertici dei due istituti hanno presentato alla stampa i dettagli dell'operazione, mentre in Borsa i titoli hanno ceduto terreno (-4,9% a 10,23 euro la Bpi, e -2,94% a 20,4 la Verona e Novara) colpiti dai realizzi e da Moody's che ha rivisto il giudizio su Bpvn per un possibile ribasso e per la ex Lodi al rialzo. Il mercato pare non abbia apprezzato la scelta dei due istituti di non procedere a tagli. «Quando c'è una fusione tra due banche si licenzia; qui invece tutto rimane come prima», mormorava ieri qualche operatore a Piazza Affari. La superpopolare conta di presentare entro la fine dell'anno il piano industriale: il nuovo gruppo non prevede ulteriori aggregazioni per i prossimi anni, almeno fino a quando non avrà terminato il lavoro di integrazione. Ieri i vertici dei due istituti hanno ripetuto come l'operazione sia una fusione che rispetta lo spirito e il valore della cooperazione e mantiene il legame con i territori di origine delle banche, oltre a evitare sforbiciate al personale preferendo la strada degli esodi volontari (1.500 su 21.000) e del blocco del turn-over. Un ritornello ripetuto più volte e che va letto in vista delle assemblee «il cui esito non è scontato», ha sottolineato il presidente di Bpvn, Carlo Fratta Pasini, dato il meccanismo del voto capitario. La natura cooperativa della holding «non è assolutamente in discussione», ha aggiunto Fratta Pasini. Tornando all'operazione, comunque, questa non comporterà «alcuna cessione di sportelli», ha puntualizzato l'amministratore delegato di Bpi, Divo Gronchi, visto che le sovrapposizioni fra i due gruppi non sono tali da comportare vendite di parte della rete. Per i vertici dei due istituti, inoltre, l'aggregazione apre nuovi scenari per le società prodotto. «Aletti Merchant verrà fusa in Efibanca - ha spiegato l'ad di Bpvn, Fabio Innocenzi - e sarà un pilastro del nuovo piano».

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