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Autostrade, gli spagnoli sfidano Di Pietro

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Per il ministro delle Infrastrutture il caso è chiuso. Abertis: andremo avanti con il progetto

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A meno che «non si superi questo scoglio per esempio con un diverso assetto societario». Parola del ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro. Una bocciatura che l'Anas, in una lettera inviata ieri ad Autostrade, afferma di condividere. Da parte sua, Autostrade si riserva di valutare nel dettaglio, anche con Abertis, i contenuti di questa lettera, «anche alla luce dei numerosi, recenti incontri e contatti con la stessa Anas e con gli organismi di Governo». Mentre dalla Spagna, non considerando il «no» del Governo un veto definitivo, perchè «non ufficializzato con un decreto interministeriale», Abertis ha fatto sapere che andrà avanti con il progetto in attesa di studiare la decisione Di Pietro e del ministro dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa. E la Caixa, uno dei soci di Abertis, ha annunciato che cercherà una soluzione per sbloccare il veto e far mantenere all'Acs di Florentino Peres (al centro della bocciatura perchè come società di costruzioni creerebbe un conflitto di interesse) un ruolo da protagonista nella newco che nascerebbe dalla fusione. Di Pietro ieri ha spiegato che per lo stop è bastata l'analisi preliminare degli aspetti di legittimità: «Non siamo andati neanche avanti nell'esame delle questioni di merito. Ci siamo assunti la responsabilità di questa decisione - ha spiegato - per il rilevante interesse nazionale, perchè lo stato di incertezza poteva creare un danno al mercato, alla società e all'interesse pubblico». Così, sulla base dei pareri del Consiglio di Stato, dell'Autorità di vigilanza sui lavori pubblici e del gruppo di esperti nominati dall'Anas, ha spiegato il ministro, «abbiamo verificato che Abertis non poteva avere quella concessione, avendo tra gli azionisti Acs, circostanza che viola le norme della convenzione e della concessione della privatizzazione di Autostrade spa». Sul fronte della concessione (il quinto atto aggiuntivo alla convenzione per la concessione ora non è più necessario) c'è comunque l'impegno di Di Pietro a una rivisitazione completa dell'atto perchè «con la privatizzazione si è passati da monopolio pubblico a quello privato con la beffa che prima i soldi andavano allo Stato e ora ai privati». Dal fronte sindacale, per il leader della Cgil, Guglielmo Epifani la bocciatura è «ineccepibile e di buon senso» mentre per Giorgio Santini della Cisl «è necessario un chiarimento. Il governo deve chiedere ad Autostrade di realizzare subito gli investimenti previsti dalla concessione». La numero uno dell'Ugl Renata Polverini ha invece ricordato di aver «espresso sempre le contrarietà sia sul piano legale sia per i gravi risvolti occupazionali».

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