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Più Pmi grazie al mattone

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Con un tessuto imprenditoriale che diventa più folto, visto che in tre mesi, fra aprile e giugno scorso, è aumentato di 40.761 unità il numero delle imprese italiane, un numero che è il saldo fra le 68.838 imprese chiuse e le 109.599 neonate che sono comparse sulla scena. Un aumento dello 0,67%, positivo anche se in rallentamento rispetto al +0,4% dello stesso periodo del 2005, che porta lo stock delle imprese iscritte alle Camere di Commercio a 6.104.039 unità. Sono i dati più significativi diffusi ieri da Unioncamere sulla base di Movimprese, la rilevazione trimestrale condotta sul Registro delle Imprese da InfoCamere, società consortile di informatica delle Camere di Commercio italiane. A trainare lo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali continua ad essere il mattone, nonostante il rallentamento dei prezzi. Più di un terzo del saldo (oltre 15 mila imprese) - si legge infatti nel rapporto - è dovuto al settore delle costruzioni e dei servizi immobiliari, mentre sono oltre 6.000 in più le aziende operanti nel commercio e 4.000 quelle nei servizi alle imprese. A contribuire positivamente sono anche alberghi e ristoranti, con un saldo di 3.392 unità, determina l'8,3% del saldo. All'interno del saldo di nuove imprese - prosegue poi il rapporto - quattro su dieci (oltre 16.000 unità) sono società di capitali, con una crescita doppia rispetto alla media generale. Quanto alla lettura territoriale dei dati, va al Centro-Italia e al Nord-Ovest la leadership come area privilegiata per l'insediamento di nuove imprese. Se, infatti, lo scorso anno non condivideva con nessuno il primato del più elevato tasso di crescita (era lo 0,87%), quest'anno il Nord-Ovest gioca il ruolo di partner ex-aequo con le regioni centrali (entrambe +0,79%). Fra le singole regioni tre delle quattro del Centro (Toscana 0,71, Umbria 0,67% e Lazio 0,92%) hanno superato o, almeno, eguagliato il tasso medio di crescita nazionale.

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