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Il sindacato contro tagli di spesa indiscriminati

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Marco Paolo Nigi (Confsal): «Ancora troppi gli elementi di iniquità nel Dpef»

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«Uno stato democratico come l'Italia non si può permettere di abbassare il livello qualitativo dei servizi erogati continuando nella politica dei taglia indiscriminati» spiega a Il Tempo, Marco Paolo Nigi, segretario generale della Confsal. In occasione dell'illustrazione delle linee guida del Dpef pose al centro della questione politica l'equità. A documento economico-finanziario approvato, qual è la sua posizione? «La Confsal individua nel Dpef forti caratteri di iniquità fiscale e di iniquità sociale in relazione ai servizi pubblici essenziali». Cosa intende per equità fiscale? «Una lotta serrata e coordinata all'evasione e all'elusione delle imposte dirette ed indirette, una maggiore progressività del sistema fiscale e, soprattutto, non aumentare, e possibilmente diminuire, l'imposizione fiscale sul lavoro, sulla produzione e sul risparmio dei lavoratori e dei pensionati». E per equità sociale in relazione ai servizi pubblici essenziali? «La Confsal ritiene che uno Stato come l'Italia, debba erogare servizi pubblici essenziali nei settori della Scuola, della Sanità, della Pubblica Amministrazione, ecc. di elevato livello qualitativo e, di conseguenza, non possa tagliare indiscriminatamente la spesa, intaccandone gli attuali livelli». Il Governo e l'Unione europea sostengono l'obbligatorieta di un intervento strutturale sulla spesa pubblica. È d'accordo? «La Confsal ritiene che il risanamento dei conti pubblici passi attraverso la crescita economica e che non ci può essere sviluppo senza equità e coesione sociale. Si tratta di invertire il primato: l'equità costituisce il migliore investimento socio-economico». Il Dpef ha tracciato politiche per la Pubblica Amministrazione e per il personale del Pubblico Impiego: qual è il giudizio della Confsal? «Una Pubblica Amministrazione efficiente non si costruisce con i tagli, ma con la qualificazione della spesa, in un contesto di riforme condivise, e puntando sulla professionalità del personale, il Dpef non ci convince assolutamente»! E le politiche contrattuali? Non si prospetta una stagione di rinnovi contrattuali facile: a contratti scaduti da sei mesi, il Governo ritiene di aver dato una risposta adeguata ai lavoratori aggiornando in poche ore il tasso di inflazione programmato 2007 dal 1,9% al 2%». Il tasso inflattivo al 2% è stato concertato? «Al momento no. Aspettiamo» Il prossimo autunno sarà caldo? «La Confsal sui tavoli concertativi, politici e tecnici, porterà le sue diverse questioni ed è pronta a cercare e trovare le mediazioni più alte possibili. Successivamente, come sempre, valuterà gli atti del Governo. Certamente non consentirà che il peso del risanamento dei conti pubblici gravi sui lavoratori e sui pensionati.

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