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Salvataggio più vicino per la Cit

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Presentate 18 offerte. In prima fila Pirelli Re, Deutsche Bank e Alpitour

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Nei prossimi giorni il commissario straordinario Ignazio Abrignani valuterà le offerte e giovedì prossimo sul sito verrà pubblicato l'elenco degli ammessi alla data room. Tra i nomi dei pretendenti, ha confermato ieri Abrignani, ci sono Pirelli Re, Deutsche Bank Londra, il gruppo Soglia, Alpitour e Club Mediterranee. Tutti interessati a rilevare l'intero asset. «Non escludo - ha detto Abrignani - che, nei prossimi giorni, possano arrivare ulteriori manifestazioni di interesse inviati per posta entro la scadenza del bando». Il numero di importanti e qualificate offerte, sottolinea il Commissario «premia il lavoro svolto fino a questo momento. Hanno creato interesse all'offerta soprattutto le linee guida indicate per la ristrutturazione». L'idea del commissario era quella di mantenere un'unità aziendale: creare una Fondazione che possieda il 100% di una newco, che potrebbe chiamarsi Nuova Cit. Questa avrebbe sotto di sè quattro sub-holding: una per tour operator e agenzie di viaggio; una per la gestione prodotto; una per gli immobili ricettivi e per quelli non strategici; una infine per il completamento dei contratti di programma tra cui l'aeroporto di Pisticci (Matera) e il porto di Sibari (Cosenza). Gli asset di Cit complessivamente sono valutati intorno ai 300 milioni di euro. La sola Isola di Saccasessola (Venezia), il complesso su cui, secondo indiscrezioni di stampa avrebbe puntato gli occhi Pirelli Re, avrebbe un valore di 130 milioni di euro. Cit può contare anche su 250 milioni di euro assegnati dal Cipe per i contratti a programma (che in totale richiederebbero un investimento di 420 milioni di euro). Il 4 luglio inoltre la Commissione europea ha dato il via libera agli aiuti di Stato che ammontano a 75 milioni di euro. Il gruppo deve però fare i conti con 250 milioni di mutui immobiliari, 100 milioni di debiti nei confronti dello Stato (tasse), 150 milioni di debiti nei confronti di fornitori, 70 milioni verso le banche chirografarie (tra i principali creditori Unicredit, Intesa, Capitalia, Mps e San Paolo Imi) e 50 milioni infragruppo o estero.

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