Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Ortis lancia l'allarme sul caro-bollette

default_image

Luce e gas più care del resto d'Europa. Pesa il costo del petrolio cresciuto del 270% in 5 anni

  • a
  • a
  • a

Il presidente Alesandro Ortis, nella relazione annuale al Parlamento, sottolinea come molti utenti - tra cui le industrie del made in Italy - paghino conti assai più salati rispetto al resto d'Europa. Colpa soprattutto della dipendenza eccessiva dal petrolio, i cui prezzi sono «ai limiti della sopportabilità». Ma anche degli oneri di sistema (l'11,5% della tariffa) che gravano sulle bollette e che l'Authority suggerisce di rivedere. Si tratta di tutta quella serie di voci e aggravi che pesano sulle tariffe senza aver nulla a che vedere con i costi di produzione, trasporto e distribuzione della luce. Negli ultimi 5 anni le quotazioni internazionali del barile di oro nero sono salite del 270%, molto più di quanto sono aumentate le tariffe di luce e gas in Italia (+41,1% a valori nominali, +22,3% a valori reali dal '99 la luce; +18% nominale e +2,7% reale il gas dal 2000). L'Authority nelle sue tabelle fotografa una situazione che vede l'Italia soffrire costi ben più alti della media europea: +40% per le famiglie con alti consumi, dal 10 al 35% in più per le imprese del made in Italy, penalizzate sul fronte della competitività. Come ricordato anche dal direttore generale di Confindustria Maurizio Beretta che, sottolineando i «molti punti di contatto» tra la diagnosi di Ortis e le «preoccupazioni» degli industriali, sollecita «la terapia»: più concorrenza e infrastrutture, rigassificatori in prima linea. «Relazione molto chiara», è il commento del Garante Antonio Catricalà mentre i consumatori del Codacons stimano in 128 euro l'impatto dei rialzi delle bollette 2006. E, ancora, Confapi chiede un provvedimento per le pmi e Confartigianato dice di veder confermate «le preoccupazioni» del settore, stimando in 9 miliardi l'anno le proprie bollette rispetto ai competitors europei. Quelli delle bollette, ha sottolineato Ortis, sono stati «aumenti rilevanti» che «hanno oscurato» i benefici delle prime fasi delle liberalizzazioni. Aperture dei mercati alla concorrenza nelle quali comunque «permangono forti criticità» in tutta Europa. E sulle quali in Italia pesa anche una «insufficiente concorrenza», prosegue Ortis puntando il dito sull'Enel e, soprattutto, sull'Eni a cui è stata sollecitata la cessione di Snam Rete Gas e della Stogit (la società degli stoccaggi). I vertici di Eni - l'ad Paolo Scaroni ed il presidente Roberto Poli - ascoltano la relazione ma non vogliono rilasciare dichiarazioni. Dal quartier generale del «Cane a Sei Zampe» sottolineano però come per i prossimi cinque anni sono previsti circa 7 miliardi di investimenti nel settore del gas. L'amministratore delegato dell'Enel Fulvio Conti non tarda a replicare con un «non è vero: l'Authority estrapola episodi limitati nel tempo e nello spazio», dice il numero uno del gruppo elettrico pur sottolineando di «rispettare l'opinione» di Ortis.

Dai blog