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I sindacati bocciano il Dpef

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«Non sono soddisfatto». E il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni, rincara la dose. «Temiamo atti unilaterali come il governo Berlusconi». L'inflazione programmatica è stata fissata dal governo all'1,9%. «Senza alcun confronto», spiegano. Ma soprattutto non piace l'accento sui tagli necessari alla spesa sociale. «Un peso lasciato su tavolo del confronto», sostiene il segretario confederale della Uil Antonio Foccillo. I vertici di Cgil, Cisl e Uil escono con i visi lunghi dall'incontro con il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, un incontro che avevano chiesto attivando la diplomazia sotterranea che regola i rapporti tra governo e sindacati. «Ci hanno confermato l'entità della manovra, pari a tre punti di Pil. Non ci sono stati forniti molti approfondimenti. Molte parti sono rimaste indeterminate», dice Epifani. Ma tra le righe non piace il taglio al quale si ispirerebbe la manovra. «Sembra di cogliere un'accentuazione che non condividiamo - afferma Epifani - nei confronti dei tagli alla spesa sociale in modo particolare nel settore della previdenza, sanità ed enti locali. Non sono soddisfatto nè dell'entità delle informazioni ne dello squilibrio dei confronti dei tagli sociali che non ci sono stati quantificati». «Ripetiamo - dice chiaro Bonanni - che la spesa sociale non si tocca. Dicono che vogliono mettere sotto pressione i punti principali della spesa, come il pubblico impiego e le pensioni: noi non siamo d'accordo e lo diremo con molta forza». Ciò che più interessa alla Cisl - ha continuato il segretario generale - «è che ci sia una politica dei redditi che invece è ben lungi dall'essere ripristinata, almeno formalmente come prevede l'accordo del 23 luglio». La valutazione ufficiale sarà fatta dalla segreteria unitaria che si riunirà lunedì per esaminare le 150 pagine del Dpef. Ma una lettura gia traspare. Anche Foccillo dice: «Siamo insoddisfatti perchè il ministro Padoa-Schioppa è stato molto generico per i provvedimenti e soprattutto ha lasciato trasparire che ci saranno interventi su quattro settori fondamentali: pubblico impiego, pensioni, sanità ed enti locali. Senza quantificarli, senza descriverli e quindi lasciando questo peso sul tavolo». Non è bastato incalzare il ministro. «Abbiamo chiesto più volte al ministro di capire la quantità di intervento sui diversi settori sociali - ricostruiscono i sindacalisti - e anche su questo Padoa-Schioppa non è stato nè chiaro nè preciso, ma ha detto che ci sono interventi per combattere l'evasione fiscale, ma non quali e in che modo». A pesare è anche la scelta dell'inflazione programmatica che impatta sui rinnovi contrattuali, soprattutto su quelli pubblici. «Sarebbe fissato all' 1,9% - spiega Epifani - un pò al di sotto di quello che sarebbe giusto». «Quella reale è più alta», aggiunge Bonanni indicando un valore attorno al 2,3%. Il leader della Cisl ricorda poi come il tasso di inflazione programmata «preveda che sia concordato con le parti sociali, mentre è una norma di legge che è stata scavalcata». L'unico spiraglio appare l'intenzione espressa dal ministro, di concordare gli interventi della manovra «in un tavolo di concertazione». Intanto il Dpef, il documento di programmazione economico e finanziario è oramai pronto. Una colazione di lavoro a Palazzo Chigi con i ministri economici e Prodi ha consentito di dare un primo «via libera» politico al documento che oggi sarà portato al Consiglio dei Ministri. Il deficit 2006, come certificato dalla commissione Faini, viaggiava verso il 4,5-4,6%. Ma il dato contenuto nel Dpef terrà conto degli effetti della maggiore crescita economica e anche della manovra correttiva. A conti fatti il deficit potrebbe quindi rientrare in una forchetta tra lo 4,0 e il 4,1%.

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