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A rischio l'accordo sulle azioni in pegno

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Invece l'arresto dell'immobiliarista complica, e non poco, le manovre in corso tra i consulenti della Magiste e quelli della banca lodigiana guidata da Divo Gronchi. Per prima cosa è saltato l'incontro fissato per oggi, rinviando quindi a data da destinarsi un possibile accordo. Ma quello che preoccupa gli advisor e adesso la reazione del mercato. I titoli, sui quali Bpi ha già accantonato 150 milioni, sono in pegno alla ex popolare di Lodi di Gianpiero Fiorani dietro un finanziamento di circa 700 milioni di euro, a un prezzo unitario poco superiore di 5 euro. Ieri però le azioni hanno sbandato in Borsa alla notizia dell'arresto e adesso viaggiano intorno ai 4,4 euro. Tra i possibili acquirenti di parte della quota è circolato il nome dei Toti, costruttori romani a capo del gruppo Lamaro, già azionisti nel patto di Capitalia. La loro candidatura non sarebbe sgradita ai soci del patto di sindacato di Rcs, cui fa capo il 63,5% del capitale. I fratelli Toti potrebbero così affiancare i Benetton il cui nome, emerso poco più di un mese fa, è stato rilanciato la scorsa settimana, insieme con quello dei Marzotto, per un intervento che nel complesso avrebbe riguardato il 5% del gruppo di Via Rizzoli.

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