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Ecofin, il nuovo governo si impegni sui conti

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Il monito dei ministri economici Ue: «il risanamento compito difficile per chiunque vinca le elezioni

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La dichiarazione bipartisan del presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, ieri all'Ecofin di Vienna (la riunione dei ministri finanziari) non lascia spazio a dubbi. «Il risanamento dei conti pubblici italiani è un compito molto difficile: per chiunque vincerà le elezioni» ha detto Juncker che ha ricordato come «all'Italia sono state fatte richieste impegnative. Ma abbiamo preso una decisione allo scorso Ecofin (quello di dare il semaforo verde alla Finanziaria 2006), tra alcuni mesi vedremo dove esattamente vanno i conti pubblici e daremo il nostro parere». Juncker ha spiegato che all'Ecofin, non si è parlato della situazione di bilancio dell'Italia. Il premier lussemburghese ha ricordato, comunque, che se farà quanto è previsto dalla Finanziaria 2006, l'Italia dovrebbe riuscire a rispettare la raccomandazione emessa dall'Ecofin a luglio del 2005 che chiedeva di riportare il rapporto deficit-pil sotto il tetto del 3% entro il 2007. Di conti pubblici non ha voluto parlare, invece, il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che si è detto disponibile solo a dichiarazioni da campagna elettorale. Tutti gli aspetti relativi alle tematiche europee e macroeconomiche sono riservate alla conferenza stampa che si terrà oggi, in compagnia del Governatore di Bankitalia, Mario Draghi, al suo esordio all'Ecofin come numero uno di palazzo Koch. Sul fronte Ecofin oggi si discuterà in particolare di globalizzazione e di protezionismo con un intervento di Tremonti in programma. Il cui tenore è intuibile dalle dichiarazioni rilasciate ieri dal ministro: «L'Europa è liberista con la Cina e protezionista a casa sua. Così non va bene». «Il governo ritiene che occorrano dazi e quote Ue - ha aggiunto - noi siamo per questa soluzione, la sinistra no». Per Tremonti «mentre si sta sistemando il lato esterno, il nazionalismo economico diventa un problema interno». Non è mancato anche un accenno alla congiuntura europea. I ministri delle Finanze e i banchieri centrali ritengono, quasi all'unanimità, che la ripresa europea sia ormai avviata e proceda di buona lena, nonostante i rischi rappresentati dal caro-petrolio e dagli squilibri globali. E una certa risolutezza i policy-maker del Vecchio continente l'hanno dimostrata anche nel fronteggiare il protezionismo, definito «un rischio da combattere» dal presidente della Bce, Jean-Claude Trichet. Riferendosi invece alla situazione dei conti pubblici, il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia, ha spiegato che «non tutti gli elementi sono positivi. Il livello del debito in alcuni stati potrebbe creare difficolta», anche se nel complesso dovrebbe esserci stato un «chiaro miglioramento» nel 2005 del rapporto deficit-pil complessivo sia nell'area euro che nell'Ue-25.

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