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di PINO GIULIETTI PIÙ vicino il ritorno al nucleare per l'Enel.

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Con i nuovi impianti il gruppo elettrico italiano controllerà una capacità produttiva di circa 7.000 megawatt (pari all'83% della capacità slovacca) tra nucleare, termoelettrico e idroelettrico. Si stringono quindi i tempi per il closing dell'accordo con cui il gruppo guidato da Fulvio Conti si è aggiudicato il 66% della SE, prima società elettrica slovacca e secondo produttore dell'Europa centro-orientale che con sei centrali nucleari produce due terzi dell'elettricità del Paese. Una mossa strategica per Conti, che tempo fa aveva previsto la conclusione dell'operazione entro fine aprile, quattro mesi in ritardo rispetto al calendario iniziale. Lo shopping slovacco segna innanzitutto il ritorno al nucleare, abbandonato nel 1987 dopo la tragedia di Chernobyl. E probabilmente il closing con Slovenske Elektrarne precederà il progetto - anch'esso alle battute finali - con i francesi di Electricitè de France per i reattori di nuova generazione EPR, di cui Enel avrà il 12,5%. Con l'acquisizione slovacca, poi, Conti mira a costituire un "hub" nell'Europa centro-orientale che, grazie alla forte interconnessione con i paesi limitrofi, può essere un punto di partenza per un'espansione più ampia nell'area. Nello scacchiere energetico la prima azienda elettrica Slovacca non vale certo quanto la francese Suez - un dossier che per Enel sembra congelato fino al dopo-elezioni - ma l'Europa centro-Orientale è comunque un'area ad alta crescita dove da tempo Enel ha stabilito la sua presenza, dalla Romania (con reti di distribuzione per 1,4 milioni di clienti) alla Russia (dove gestisce, a San Pietroburgo, un impianto a gas da 450 megawatt) alla Bulgaria. Come ha precisato il ministro slovacco dell'Economia Jirko Malcharek, il decreto non avrà alcun impatto sui consumatori: non ne risentiranno, cioè, i costi finali pagati per l'elettricità perché gli oneri per la liquidazione degli impianti nucleari rientrano già nel quadro regolatorio. La Slovacchia si è infatti dotata di recente di un Fondo nazionale per il nucleare, per finanziare i costi di gestione delle scorie e dello smantellamento. E in base all'atto costitutivo, i consumatori finali contribuiranno al fondo con 0,05 corone slovacche (1,3 millesimi di euro) per ogni kwh di energia elettrica, per un costo complessivo che non dovrebbe superare gli 850 milioni di corone all'anno.

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