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Avvocati e notai festeggiano

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il cambiamento di rotta

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Una manifestazione che si è tenuta ieri in contemporanea con il dibattito all'Europarlamento. La confederazione europea dei sindacati ha fatto la voce grossa per combattere ogni forma di "dumping sociale" nella liberalizzazione dei servizi. E per modificare l'impostazione iniziale della direttiva, in particolare il principio del paese di origine. Ppe e socialisti hanno concordato la cancellazione di questo principio in base al quale si può effettuare una prestazione di lavoro in un altro paese europeo sulla base delle norme del paese di provenienza. Un passaggio della direttiva che ha suscitato molte polemiche anche nel mondo delle professioni. «È evidente che questa norma provoca due diverse forme di dumping sociale - sottolinea il responsabile delle libere professioni dell'Udeur, il notaio Claudio Togna - il primo riguarda i lavoratori a bassa specializzazione, che in Italia hanno un costo molto più alto rispetto ai colleghi dei paesi dell'Est, dove esistono scarse tutele dal punto di vista sociale e salariale. Il secondo tipo di dumping sociale - prosegue Togna - è quello che riguarda tutti i servizi ad alto valore aggiunto, come le libere professioni. In questo settore infatti c'è un problema di asimmetria informativa, cioè spesso il cliente non riesce a percepire la differente qualità delle prestazioni e basa la sua scelta solo sul prezzo». Quello che i professionisti sostengono, quindi, è che non si può equiparare la prestazione intellettuale a un bene fungibile. «Prima di parlare di liberalizzazione dei servizi bisognerebbe capire come rendere più omogenee le regole e le tutele salariali dei lavoratori in tutti i Paesi europei - conclude Togna - Solo in questo modo la competizione sarà basata sulla conoscenza, sulla capacità del professionista di assistere il cliente». Cantano vittoria anche gli avvocati. «Gli avvocati sono esclusi dalla direttiva - precisa il presidente della Cassa Forense, Maurizio De Tilla - Credo comunque che le modifiche in arrivo siano coerenti con una giusta politica della concorrenza, perché non si può prescindere dalle normativa dei singoli Paesi». Molti i politici presenti ieri alla manifestazione contro la direttiva Bolkestein. Tra questi anche il presidente dei Ds, Massimo D'Alema. «L'accordo tra Ppe e Pse sul nuovo testo della Direttiva servizi, consente di aprire il mercato senza rischi di dumping sociale - commenta D'Alema - Se sarà votata, la bozza potenzierà il mercato unico». Alla manifestazione organizzata dalla Confederazione europea dei sindacati, ha preso parte l'intera delegazione italiana del Pse, da Nicola Zingaretti a Pierluigi Bersani, che hanno sfilato assieme agli esponenti di Rifondazione comunista al Parlamento europeo tra cui Fausto Bertinotti.

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