Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Maroni fa pressing sulla Fiat

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

Da una parte i sindacati chiedono un decreto urgente da parte del Governo sulla mobilità e sul reimpiego per gli ultra cinquantenni. Dall'altra ieri il ministro del Welfare, Roberto Maroni è tornato a chiedere che il Lingotto chiarisca se ha un problema di esuberi, dica quanti sono, dove sono e cosa fanno. In assenza di queste informazioni, ha detto Maroni, il Governo non metterà in campo alcun intervento. «Il problema è capire - afferma Maroni - se ci sono o no questi esuberi strutturali? A me viene anche il sospetto che questi esuberi non ci siano, che ci sia il desiderio dell'azienda di ringiovanire la forza lavoro sostituendo a lavoratori cinquantenni con lavoratori giovani. Non si tratterebbe di esuberi strutturali ma di altra cosa che io considero poco giusta». Secondo Maroni l'atteggiamento della Fiat è «incomprensibile». «Per tutti - dice - il principio è che l'intervento del Governo deve essere mirato al reimpiego, per ottenere questo risultato bisogna sapere esattamente quanti sono gli esuberi, chi sono, il profilo di ciascuno. È un lavoro complicato e difficile ma funziona solo così. Penso che sia interesse di Fiat sollecitare il Governo a emanare il provvedimento. Finchè non abbiamo informazioni di questo tipo non possiamo prendere provvedimenti di alcun tipo. Resto in trepida e fiduciosa attesa che la Fiat ci dia le informazioni che abbiamo chiesto che ci consentano di emanare un provvedimento efficace e giusto e non discriminatorio». L'indagine su Ifil. Intanto proseguono le indagini della magistratura sull'operazione di equity swap tra Ifil ed Exor che aveva riportato al di sopra del 30% la quota della famiglia Agnelli in Fiat. I Pm milanesi Riccardo Targetti e Carlo Nocerino stanno valutando il rapporto Consob di oltre 50 pagine e dei suoi allegati. Nel rapporto, tra le altre cose, si parlerebbe di «passaggi poco trasparenti» in relazione all'operazione. A quanto si è saputo la Procura di Milano, che dovrebbe occuparsi dell'ipotizzato aggiotaggio informativo, non avrebbe individuato ad una prima analisi del documento, circostanze che comportino iscrizioni immediate nel registro degli indagati come atto dovuto.

Dai blog