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Parmalat, dividendo in vista

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E prevede il ritorno al dividendo già il prossimo anno. Mentre rimanda al mittente le avances di Granarolo: alla società guidata da Luciano Sita, il «restauratore» Bondi, fautore del ritorno in Borsa di Collecchio, ha risposto che la fusione è ostacolata dalla situazione del mercato italiano e dalla legislazione Antitrust. Parmalat è certamente «un centro di aggregazione» ma Sita «parla per sè». Lo stop di Bondi alla Granarolo arriva dopo che, con un'intervista di qualche giorno fa, il presidente Luciano Sita, aveva rilanciato l'ipotesi di un'aggregazione. L'unione tra i due gruppi avrebbe potuto infatti, secondo Sita, «creare opportunità di crescita e potrebbe formare una società competitiva. Stiamo ancora considerando l'ipotesi di aggregazione e penso che anche Parmalat sarebbe interessata». Ma per il momento Parmalat si concentra sulle proprie attività e sulle strategie di crescita. Numeri alla mano, nel 2005 i ricavi sono aumentati del 3,6% a 3,866 milioni di euro. In ascesa anche il margine operativo lordo che è passato dai 268,9 milioni dell'esercizio precedente a 407,8 milioni di euro. È sceso poi l'indebitamento finanziario netto, da 541,9 a 375,9 milioni. Un trend che, secondo il direttore generale del gruppo, Carlo Prevedini, «continuerà nel 2006» quando si faranno sentire in maniera più forte gli effetti della ristrutturazione in corso. Tra i singoli mercati, più critica appare la situazione nella penisola iberica, dove si registra un calo dei ricavi in Spagna (-9% a 208,1 milioni di euro) e in Portogallo (-10,1% a 78,2 milioni).

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