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Ifil, il mercato tiene

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A Milano indagano i pm Carlo Nocerino e Riccardo Targetti mentre a Torino il dossier è nelle mani del procuratore capo Marcello Maddalena e dell'aggiunto Bruno Tinti. L'esito dell'istruttoria della Commissione ha lasciato comunque indifferente il mercato: il titolo della casa torinese ha comunque guadagnato lo 0,11% a 8,147 mentre Ifil ha perso lo 0,50% a 3,944. Sempre ieri, l'agenzia Fitch ha assegnato al bond da un miliardo di euro di Fiat un rating BB-, pari a quello assegnato al Lingotto. La vicenda era cominciata nell'aprile 2005, quando la Exor controllata dalla famiglia Agnelli aveva stretto un equity swap su 82,25 milioni di azioni Fiat, poi acquistate da Ifil - il cui presidente è Gianluigi Gabetti - al momento del convertendo in modo da mantenere invariata la quota nel Lingotto sopra la soglia del 30% (durante l'estate, il titolo Fiat aveva registrato decisi rialzi). Secondo la Consob l'ipotesi di aggiotaggio informativo è stata commessa in particolare attraverso il comunicato del 24 agosto scorso con cui Ifil ha risposto alla stessa Commissione di non avere informazioni utili sull'andamento delle azioni. Strettamente collegata all'ipotesi di aggiotaggio informativo, secondo la valutazione della Commissione, è quella di ostacolo all'attività di vigilanza. Un secondo nodo trattato nel documento, stavolta con esito negativo, è quello dell'opa: secondo gli uomini di Cardia non è scattato infatti per la Ifil l'obbligo di lanciare l'offerta pubblica d'acquisto su tutta la Fiat. Nessun reato sul frontedell'insider trading.

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