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Sawiris prenota Piazza Affari

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Collocamento per Weather, che controlla Wind, nella seconda metà del 2006

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L'imprenditore Naguib Sawiris ha scoperto ieri le sue carte, sui tempi di quotazione della società, a margine dell'insediamento a Milano del Business council italo-egiziano. Un'organizzazione non governativa e non profit, costituita per sviluppare i rapporti economici commerciali tra i due paesi e rafforzare a ampliare le collaborazioni già esistenti. Si tratta di un'operazione che consentirà al capo d'impresa egiziano di portare un pò d'ordine nei conti della finanziaria di famiglia sbilanciati dai debiti contratti con il mercato e le banche per acquisire la società telefonica italiana dall'Enel. Un impegno che ha prosciugato le casse di Sawiris e che gli ha tolto, per ora, la voglia di comprare altri operatori. Sawiris ha giusto ieri smentito al momento interessi per altre società italiane o europee. Ma la porta resta sempre aperta. Sulle indiscrezioni per un interesse per Fastweb Sawiris ha detto: «Potremmo valutarlo solo se dovesse essere davvero sul mercato e comunque non prima di avere finito le pulizie di casa nostra e L'Ipo (l'offerta di titoli azionari al mercato) di Weather ha come obiettivo anche la riduzione del debito». Per acquistare Wind il gruppo del Cairo ha, infatti, dato fondo alla leva finanziaria per completare un'operazione valutata complessivamente 12,6 miliardi di euro. Sette in particolare di debiti già contabilizzati nel bilancio della compagnia, e dunque stornati dal bilancio dell'ex controllante Enel, e il restante con altri finanziamenti e liquidità. Un'acquisizione che in realtà è ancora in corso. Il finanziere egiziano ha confermato che «entro la prima settimana di febbraio» avverrà con Enel lo scambio di quote Weather con quella parte di Wind (il 37,25%) rimasta nelle mani dell'ex monopolista elettrico. In ogni caso l'esercizio dell'opzione da parte di Sawiris non prevede «accorciamenti nella catena di controllo» della società italiana. Sawiris ha poi meglio definito l'asse di sviluppo della sua compagnia. «All'Europa continentale non pensiamo ci interessa Tim Hellas e comunque io rimango legato al bacino del Mediterraneo». E le attività nelle aree emergenti del mondo come la Cina. In particolare Sawiris ha confermato che intende salire nella quota di Hutchinson H3g (il gruppo di telecomunicazioni di Hong Kong) «che ha un bacino potenziale di due miliardi di clienti e può crescere ancora mentre Vodafone non cresce più». Nessune disimpegno per ora dall'Iraq dove la Orascom di sua proprietà ha aperto una compagnia di telefonia cellulare. «Non ce ne andiamo anzi aumenteremo l'investimento: non ho paura dei terroristi» ha concluso Sawiris.

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