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La Bce grazia i debitori, i tassi restano fermi

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Eurotower non ritocca il saggio ufficiale che rimane al 2,25%. L'euro in ritirata sul dollaroEurolandia in ripresa nonostante il caro-greggioIl costo del denaro può salire al 3% entro fine anno

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Ieri, infatti, la Bce ha lasciato il costo del denaro invariato al 2,25% dopo il rialzo di 25 punti base varato all'inizio di dicembre. Ma chi ha debiti sulle spalle per l'acquisto di una abitazione non si deve fare illusioni. Trichet non si è sbilanciato su un ulteriore aumento nei prossimi mesi, ma Eurotower continuerà a monitorare l'economia e non appena scorgerà il minimo segno di inflazione è pronta a portare l'asticella dei tassi più in alto. Per ora dunque la politica monetaria resta accomodante. E se da una parte i cittadini hanno tirato un sospiro di sollievo, quella parte degli operatori che si aspettavano tassi al rialzo, e dunque una diminuzione della forbice con i rendimenti americani, hanno abbandonato l'euro che si è fermato a un passo dalla soglia di 1,20 rispetto al dollaro. Non c'è stata discussione in seno al board di Francoforte sulla decisione. «É stata presa all'unanimità dal dal Consiglio direttivo», ha spiegato il presidente Jean-Claude Trichet, che ha lasciato a secco chi gli ha chiesto indicazioni sulla politica monetaria nei prossimi mesi. Forse perché neanche la Bce sa ancora bene che direzione prendere vista la flebile ripresa che sta attraversando l'economia di Eurolandia e che potrebbe perdere forza nell'eventualità di una stretta troppo rapida. Così a Francoforte attendono. «Siamo assolutamente pragmatici e rispettiamo i dati, vedremo», ha risposto infatti il banchiere centrale. Insomma rispetto all'analisi di dicembre, mese in cui l'istituto monetario aveva ritenuto opportuno aumentare il costo del denaro, le novità emerse ieri non sono particolarmente significative. E non hanno offerto alcuna motivazione per un aumento dei tassi. C'è una maggiore fiducia nelle prospettive di ripresa economica, ma è rimasto sostanzialmente invariato lo scenario relativo all'inflazione. L'Eurotower ha inoltre ribadito che la politica monetaria resta accomodante e che i tassi di interesse continuano a essere storicamente bassi sia a livello reale che nominale. L'economia, però, sembra aver ripreso una leggera corsa secondo Francoforte. Che nella nota ufficiale ha spiegato che «l'espansione dell'attività economica ha mantenuto ampiamente il suo slancio nel quarto trimestre del 2005 e continuerà a farlo nei primi mesi del 2006, nonostante l'impatto di prezzi del petrolio elevati». Le macchine hanno ripreso a girare e ci sono le «condizioni per una crescita economica sostenuta». L'ottimismo è, però, mitigato dal fatte che la ripartenza rischia di arrestarsi molto facilmente e il quadro volgere al ribasso per il peso del caro-petrolio, gli squilibri globali e la fiducia dei consumatori. Il nemico, in ogni caso, resta l'inflazione. I banchieri centrali hanno ricordato che i «rischi per la stabilità dei prezzi nel medio termine restano al rialzo» anche se lo scenario complessivo è sostanzialmente immutato rispetto a dicembre. Ma a Francoforte non hanno intenzione di abbassare la guardia, poichè potrebbero gradualmente materializzarsi gli «effetti indiretti dei passati aumenti del greggio su altre componenti dell'indice dei prezzi». Gli analisti ora pensano che sarà improbabile un rialzo dei tassi a febbraio, ma non se la sentono di escluderlo a marzo. Un secondo aumento del costo del denaro, poi, sempre che l'economia tenga, potrebbe avvenire in giugno e un terzo in autunno, in modo da portare i tassi intorno a quota 3% a fine anno. I debitori sono avvisati.

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