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Il petrolio affonda la bilancia commerciale

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Nei primi 11 mesi dell'anno, il saldo con i paesi extra-europei è stato negativo per quasi 8 miliardi e mezzo, il risultato peggiore da almeno il 1993, da quando cioè i dati sono confrontabili a livello statistico. Il deficit è andato crescendo mese dopo mese (con la sola eccezione nel 2005 di luglio, chiuso in attivo) ed anche novembre ha confermato il trend negativo, con un disavanzo di 822 milioni. Il disavanzo complessivo nel periodo gennaio-novembre è così arrivato a 8.422 milioni (contro un avanzo di 202 milioni nel 2004), imputabile quasi in toto al comparto energetico. Greggio e gas naturale, importati soprattutto dai paesi Opec e dalla Russia, hanno pesato infatti negli undici mesi del 2005 per il 29,4% delle importazioni complessive, in aumento rispetto al 24,3% dello stesso periodo del 2004. Dunque, senza contare l'impatto dei minerali energetici, il rosso si trasformerebbe in attivo. Per gas e petrolio il saldo è stato infatti negativo per 34.968 milioni rispetto ad un deficit di 25.136 milioni del periodo gennaio-novembre 2004. Il peggioramento del deficit è stato quindi pari a 9.832 milioni, contro un peggioramento del saldo complessivo della bilancia commerciale di 8.220 milioni. Al netto dell'energia, la bilancia diventerebbe quindi positiva, con un attivo pari a 1.612 milioni. Un dato, sottolinea il viceministro al commercio estero, Adolfo Urso, migliore quindi di un anno fa. E che dimostra, sottolinea Assocamerestero, che le produzioni tipiche del made in Italy sono ancora competitive.

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