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di GIULIO STRADA UNICREDIT celebra nella sede storica di Genova il varo del nuovo cda e si prepara ad ...

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Con queste parole l'amministratore delegato Alessandro Profumo accoglie il sì raccolto dall'84% dell'assemblea, con il voto contrario da parte dei rappresentanti di un pattuglia di fondi (in rappresentanza del 14,9% del capitale presente e a poco più del 5% del capitale complessivo), al board di 24 componenti che accoglie otto elementi tedeschi ed è destinato a guidare il gruppo sino all'approvazione del bilancio 2008 ossia alla primavera del 2009. Un appuntamento storico, festeggiato da Profumo con un brindisi al termine dei lavori insieme al numero uno di Hvb e presidente designato, Dieter Rampl, che cade in un momento confuso per il mondo bancario italiano. Quanto al consiglio, che entrerà in carica a gennaio e si riunirà solo allora per attribuire cariche e deleghe, vi fanno parte, accanto a Rampl e Profumo, Franco Bellei, Roberto Bertazzoni, Manfred Bischoff, Vincenzo Calandra Buonaura, Giovanni Desiderio, Volker Doppelfeld, Giancarlo Garino, Francesco Giacomin, Piero Gnudi, Gianfranco Gutty, Friedrich Kadrnoska, Max Dietrich Kley, Luigi Maramotti, Diether Muenich, Fabrizio Palenzona, Carlo Pesenti, Carlo Salvatori, Hans-Juergen Schinzler, Giovanni Vaccarino, Paolo Vagnone, Nikolaus von Bombard e Anthony Wyand. Saranno loro a rappresentare ben 276 mila azionisti, fra i quali un buon numero di fondi Usa («abbiamo un significativo sovrappeso di investitori finanziari americani»), e 130mila dipendenti. Per questi ultimi è confermato, accanto agli altri target, il taglio degli organici del 7% a livello internazionale. E proprio dal fronte occupazionale sono arrivate le proteste, con un presidio all'ingresso dell'assemblea e un intervento nel corso dei lavori, da parte dei 400 dipendenti che rischiano il posto per la vendita delle attività di Banca Depositaria. «L'attività ha forti economie di scala e il rischio, se non vendiamo, è di venir schiacciati da altri grandi concorrenti», ha replicato Profumo. Per la nuova Unicredit è prevista intanto «una crescita organica» mentre Rampl ha confermato l'interesse in Germania per la Berliner Bank. Il nodo polacco dovrebbe invece venir sciolto con l'autorizzazione da parte delle autorità locali all'acquisto della quota di maggioranza di Bph, oggi in mano a Bank Austria, controllata a sua volta da Hvb, «nel corso del primo trimestre 2006».

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