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Fazio si chiude a Palazzo Koch per decidere

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Riunito con i vertici degli istituti centrali, il numero uno di Palazzo Koch può ancora contare su una pattuglia di strenui difensori. Una pattuglia per la verità sempre più risicata, dove non si sentono più neppure i parlamentari Luigi Grillo e Ivo Tarolli, in passato sempre a fianco di Via Nazionale, ma adesso troppo impegnati a difendere se stessi dopo che nell'ordinanza di custodia cautelare di Fiorani si fa riferimento a somme di denaro fatte avere a uomini politici vicini alla Popolare di Lodi. Nonostante la presa di distanze sempre più netta di tutti i partiti, compresa la Lega Nord, Fazio però sembrerebbe deciso a restare al suo posto. E anzi, il commento che traspare, per voce dei fedelissimi, sembra essere: «lasciateli parlare, si stancheranno». Il governatore comunque ha ben presente la gravità della situazione. E per questo, rientrato in Italia dalla missione in Germania, ha cambiato il suo programma di oggi: annullato il trasferimento nella sua abitazione di Alvito, dove avrebbe voluto prendere una pausa di riflessione, Fazio questa mattina sarà come sempre nel suo ufficio di Palazzo Koch. Il clamore del caso Fiorani sembra però imbarazzare non poco i colleghi dell'Eurotower, anche se appare improbabile che il presidente Jean-Claude Trichet possa decidere di entrare nel merito dei regali fatti dall'ex numero uno della Bpl a Fazio o dei risvolti delle inchieste giudiziarie in corso. La vicenda dei regali, grazie anche all'ampia risonanza datale dalla stampa straniera che ha valutato il loro valore in alcune decine di migliaia di euro era giunta subito all'attenzione della Bce e quella di ieri è stata la prima riunione del Consiglio direttivo dopo che le indiscrezioni sono venute a galla. Ed è stato impossibile non prenderne atto. Il tema, certo, non è stato affrontato in maniera ufficiale, hanno spiegato all'Ansa fonti vicine all'Eurosistema, poichè le due notizie - regali e arresto di Fiorani - sono ancora troppo fresche. Non se ne è discusso neppure informalmente a livello di gruppo, per esempio a cena o a pranzo, come avvenuto invece la sera dello scorso 31 agosto, quando a Fazio erano state poste numerose e dettagliate domande relative alla condotta di Bankitalia nelle opa su Antonveneta e Bnl. Tra le opzioni sul tappeto vi potrebbe essere quella di chiamare in causa il "consigliere etico" della Bce, l'ex presidente della Bundesbank, Hans Tietmeyer, il cui intervento era stato già ventilato, nei mesi scorsi, per cercare di chiarire il ruolo svolto da Bankitalia nella vicenda Antonveneta-Bnl; oppure di chiedere a Bankitalia di quantificare il «valore trascurabile» dei regali accettati dai governatori.

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