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I tassi restano al 2%. Ma l'aumento è vicino

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Per questo la Bce, pur non avendo aumentato il costo del denaro nel corso della riunione del Consiglio direttivo di ieri a Francoforte, ha lasciato intendere di essere pronta ad incrementare il livello dei tassi dall'attuale minimo storico del 2%. Sui tempi di un irrigidimento della leva monetaria, tuttavia, l'Eurotower non ha fornito indicazioni più precise. C'è chi ne vede la possibilità già a dicembre, insieme alla pubblicazione delle nuove stime trimestrali da parte dei banchieri centrali di Eurolandia, ricordando che in passato gli aumenti dei tassi hanno non di rado coinciso con la diffusione di tali dati. Ma vi è anche chi ritiene che una stretta il mese prossimo sarebbe prematura, soprattutto perchè ieri non vi è stato un sostanziale indurimento dei toni "da falco" inaugurati dal presidente Jean-Claude Trichet il mese scorso ad Atene. Analizzando la situazione, il numero uno dell'Eurotower ha ribadito infatti anche oggi che il livello dei tassi resta «ancora appropriato» e che occorre una «forte vigilanza» sull'andamento dell'inflazione a causa delle pressioni al rialzo sul costo della vita dovute al caro-petrolio. Trichet ha precisato, in proposito, che «la Bce non ha mai promesso a nessuno che non avrebbe mosso i tassi», inchiodati al minimo storico del 2% da giugno 2003, e che i banchieri centrali di Eurolandia «sono pronti ad agire in qualunque momento». Un accento leggermente più ottimistico, invece, è giunto sul fronte della crescita. Gli indicatori più recenti, ha detto Francoforte, «suggeriscono che l'attività economica si sta attualmente rafforzando». Una nota fortemente critica, come ormai di consueto, è giunta infine sullo stato di salute dei conti pubblici di alcuni paesi di Eurolandia.

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