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Save tratta con Gemina e blocca il fondo Clessidra

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La società che controlla gli aeroporti di Venezia e Treviso e che ora è entrata con il 10,4% in Gemina, la controllante degli Aeroporti di Roma, non sembra volersi fermare tanto che ieri il presidente Enrico Marchi (che ha di suo con la Finint un altro 2,006% di Gemina) ha avviato un tour di colloqui a tutto campo con i soci della controparte, supportato ora anche dal via libera del sindaco di Venezia Massimo Cacciari (il Comune ha circa il 15% di Save). «Stiamo provando a mettere in campo un progetto che veda il Veneto soggetto aggregante e non preda», ha detto Marchi alludendo ad Antonveneta ed evidenziando come l'intervento fatto «non solo è compatibile con i nostri assetti finanziari, ma necessario. Un debito di 80 milioni è poca cosa con una corretta gestione. Il debito costa meno del capitale proprio». Quindi, visto che a suo giudizio - nonostante la Consob abbia avviato un monitoraggio sul comportamento del titolo e di conseguenza anche sull'operazione - l'investimento «sarà interessante, remunerativo e affatto rischioso», ha deciso di procedere a spron battuto. Ieri, si apprende da fonti finanziarie, Marchi avrebbe avuto contatti definiti «seri» - ma non incontri ufficiali - con i soci che la società ritiene più malleabili: Premafin che ha il 2,087%, Generali con il 2,860%, la stessa Mediobanca che non ha mai ritenuto davvero strategica la sua quota del 12,45%. E che ha peraltro portato Save alla quotazione in Borsa ritenendo in uno studio che «debba cercare ulteriori opportunità di crescita» dopo aver individuato come «la più importante operazione l'acquisizione del controllo di Adr» senza escludere scali più piccoli. L'azione immediata di Marchi un primo effetto l'ha avuto: la due diligence di Clessidra di Claudio Sposito che era ormai alle battute conclusive è stata di fatto congelata dopo la decisione del Patto che ha chiesto a Save di conoscere le ragioni del blitz e presentare un progetto industriale di sinergie come richiesto dai veneti. Quindi, nell'attesa che la società di Venezia scopra le carte, Clessidra è stata in qualche maniera fermata. Anche se l'intesa con il fondo ormai era al traguardo, sulla base dell'ingresso di Clessidra nel capitale mediante l'acquisto di una partecipazione ceduta da alcuni soci (il 4 o 5%), e la sottoscrizione di diritti di opzione rivenienti da un aumento di capitale (con cui Sposito avrebbe avuto un altro 5%). Le posizioni, degli altri soci, invece, sono variegate. E se è vero che la famiglia Romiti non ha voluto avere contatti con Save fino ad ora, così come a quanto si apprende Italmobiliare e Pirelli, già giovedì Umberto Quadrino presidente e ad di Edison aveva invece detto «se arriverà un'offerta la valuteremo».

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