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Più spazio per l'Italia in Serbia

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Oltre 400 imprese a Belgrado per stringere alleanze industriali

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Con una missione commerciale alla manifestazione "Italia-Belgrado 2005" che ha messo in contatto, ieri nella capitale serba, oltre 400 imprenditori italiani con 1.500 aziende locali e i rappresentanti del governo del paese balcanico. «Un successo del nuovo modo di lavorare del sistema Italia. Un nocciolo duro composto dal ministero delle attività produttive, dagli affari esteri e dall'Ice, attorno al quale si coagulano gli altri attori del processo di internazionalizzazione delle imprese italiane: Simest, Sace, Confindustria e le regioni» spiega a Il Tempo, Umberto Vattani, presidente dell'Istituto per il commercio estero. Quando saranno visibili gli effetti sull'interscambio commerciale tra i due paesi? Solo tra qualche mese. Ma se l'esperienza della scorsa edizione dovesse ripetersi, il balzo sarebbe evidente. I rapporti commerciali tra la Serbia-Montenegro e l'Italia sono cresciuti in un anno del 120% per quanto riguarda le importazioni di prodotti serbi, mentre l'aumento è stato del 42% per le esportazioni di Made in Italy. E i settori in cui l'Italia è più forte sono quelli di punta: la meccanica, le apparecchiature e le macchine utensili, l'abbigliamento, calzature e pelletteria, la chimica e l'agroindustria. Quello però a cui puntiamo è stimolare non solo i flussi di merci tra le due sponde dell'Adriatico. A cosa mira allora il sistema Italia in Serbia-Montenegro? A investire e ad avviare una stretta collaborazione industriale con le aziende locali, all'insegna delle joint venture e dei trasferimenti di tecnologia. Le opportunità in un paese che si sta aprendo ai paesi esteri non mancano. Quali sono i settori più interessanti? Il paese balcanico ha avviato un processo di privatizzazione in molti settori e tante sono le occasioni offerte dalla necessità di sviluppo di infrastrutture e logistica. Per favorire una maggiore conoscenza delle possibilità abbiamo organizzato quattro seminari specifici centrati oltre che in questi due comparti, anche sull'agroindustria e la meccanica. E non bisogna dimenticare, poi, il settore bancario in cui Banca Intesa ha già aperto la strada con l'acquisizione della Delta Banka. Gli spazi sembrano ampi, ma le condizioni per consentire alle imprese italiane di radicarsi, ci sono? Siamo un partner privilegiato dei governo di Belgrado perché siamo stati i principali sponsor e a Bruxelles per favorire l'ingresso della Serbia-Montenegro nell'Unione. E per una coincidenza fortunata lo stesso giorno in cui il sistema Italia era nelle capitale serba, sono partiti presso la Commissione europea i negoziati per l'accordo di stabilizzazione e di associazione. Un primo passo per la completa adesione all'Ue. Che ruolo sta giocando l'Ice su tutto lo scacchiere dei Balcani? I nostri uffici nelle capitali dei paesi dell'area lavorano insieme. Parlo non solo di quello di Belgrado,ma anche di Zagabria, Tirana, Skopie. Il ruolo che svolge la nostra rete è quello di favorire sempre più l'internazionalizzazione delle imprese italiane nelle aree. L'istituto aiuta le aziende a radicarsi sul mercato o ad espandersi se sono già presenti, fornisce informazioni di carattere economico e finanziario sul paese straniero e assiste le pmi dal punto di vista legale.

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