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Riforma del Tfr Sindacati ancora incerti

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È quanto hanno chiesto allo stesso Maroni le 23 organizzazioni firmatarie dell'avviso comune sulla riforma del Tfr, dopo essersi riunite per esaminare i pareri sul testo del decreto attuativo espresso dalle commissioni parlamentari. I tempi, però, sono strettissimi. Il decreto verrà infatti esaminato, per l'approvazione, dal Consiglio dei Ministri di domani e quindi, per sedersi ancora una volta attorno ad un tavolo, rimane la sola giornata di oggi. Ma per le parti sociali è condizione indispensabile. Il motivo della richiesta è stato spiegato dal segretario generale aggiunto delle Uil, Adriano Musi, anche a nome delle altre associazioni e fa riferimento alle diversità riscontrate fra l'avviso comune e il parere delle commissioni. Se la richiesta non sarà accolta da Maroni, ha concluso Musi, questo «peserà sulle parti sociali e influenzerà il loro parere, anche per ciò che riguarda il ruolo nella campagna Pubblicità Progresso che dovrebbe accompagnare la riforma». Fra i temi che le parti sociali intendono chiarire col ministro e sui quali divergono col parere delle commissioni parlamentari, il più ostico sembra essere quello della deroga per il conferimento implicito del Tfr nei fondi da parte di quelle aziende che hanno difficoltà ad accedere al credito in base ai criteri fissati dall'accordo fra il Welfare e l'Abi. «Questa deroga - ha detto Musi - rimane uno dei punti su cui vorremmo fare chiarezza. Anche perchè c'è confusione e non è letta da tutti nello stesso modo».

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