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Colpo basso di Abete sulle stock option Bnl

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Le motivazioni fornite dal Cda guidato da Luigi Abete per spiegare lo stop all'aumento di capitale al servizio delle stock option dei dipendenti non sono andate giù all'Unipol. E Bologna ha preso le distanze da una decisione «che è del Cda della banca romana». Abete, con una mossa che ha fatto insorgere il sindacato dei bancari della Fabi contro l'Unipol, ha bloccato l'aumento di capitale sventolando una lettera della compagnia di Giovanni Consorte, in cui si sosteneva che le nuove azioni non sarebbero state oggetto dell'Opa. La lettera dell'Unipol non puntava però a penalizzare i dipendenti Bnl, «che hanno il pieno diritto - ha detto la società bolognese - di poter percepire il premio aziendale 2004 nelle forme e nei modi che concorderanno con la società», ma rispondeva solo a un obbligo di legge. La compagnia non ha incluso nell'Opa le azioni derivanti dall'aumento di capitale, analogamente a quanto fatto dal Bbva in occasione della sua Ops, solo perchè l'emissione delle azioni (e quindi la fissazione del loro numero) non era ancora stata deliberata dal Cda Bnl al momento dell'Opa (il 18 luglio scorso). Adesso, poichè per includere queste azioni sarebbe necessario cambiare i termini dell'Opa (riaprendo tutto l'iter autorizzativo), Unipol non poteva far altro che escludere queste azioni dall'offerta d'acquisto. Ma a Bologna nessuno pensava che un tale atto, dovuto per legge, potesse essere usato per un colpo basso contro Consorte.

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