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Riforma del tfr ancora allo studio Il decreto inciampa sulle risorse

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E l'avvio della non stop di domani, come annunciato ma non ancora formalizzato nel corso dell'ultimo incontro con sindacati e imprese, sembra a questo punto di difficile realizzazione. Almeno non per far decollare una trattativa vera sulla previdenza complementare. «Stiamo ancora lavorando. Siamo ai dettagli», spiega il sottosegretario al Welfare, Alberto Brambilla. Ma Cgil, Cisl, Uil e Ugl ricordano come sia necessario avere tempo per valutare il documento al meglio e misurare quantità e qualità delle differenze. Un'analisi che dovrà essere fatta unitariamente. Per questo leggono criticamente il forte pressing di Confindustria di questi giorni contro una riforma che comporti per le aziende un taglio del costo del lavoro e un accesso facilitato al credito compensativo dello smobilizzo del Tfr. «Confindustria, pur avendo delle ragioni per insistere sulle compensazioni, sbaglia ad agitare la possibilità che il banco salti. A rimetterci nel caso la previdenza complementare non decollasse sarebbero solo i lavoratori» dice il segretario confederale della Cisl, Pierpaolo Baretta. Per la Cisl invece «è il momento di restare uniti ed insistere con il governo perchè si chiuda positivamente la vertenza». Una critica condivisa dalla Uil. «Non c'è solo il peso delle compensazioni», spiega il segretario generale aggiunto della confederazione di via Lucullo, Adriano Musi. «Una eccessiva enfatizzazione della questione potrebbe convincere qualcuno, erroneamente, che tutto si risolve dando qualche soldo in più sul costo del lavoro. Non è cosi». Anche la Cgil sollecita un rapporto unitario tra le 22 sigle che hanno firmato l'avviso comune. «Il documento inviato comprende sia una parte normativa che economica. Ma tutto si tiene. Non c'è solo la questione delle compensazioni alle imprese. Noi vorremmo una risposta sull'intero pacchetto avanzato», dice il segretario confederale Morena Piccinini.

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