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Privatizzazioni, Borsa generosa

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Premiato chi ha comprato Eni e Enel. Male il manifatturiero

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Portano a casa un magro bottino invece coloro che hanno investito in un settore tradizionale come il manifatturiero. La ragione è semplice: il capitale è più redditizio nella fase delle privatizzazioni. A scattare la fotografia sull'andamento del capitale in Italia negli anni '90, epoca di grandi passaggi dal pubblico e privato, è unostudio della Banca d'Italia. Secondo il documento, nel decennio scorso c'è stato un aumento complessivo del rendimento del capitale rispetto agli anni precedenti: incremento che è stato più consistente nei settori privatizzati o da privatizzare. Dove maggiore è stata o è ancora la presenza di imprese pubbliche, le profonde ristrutturazioni degli anni '90 hanno determinato un'accelerazione dell'efficienza produttiva e contemporaneamente un aumento più modesto del costo del lavoro. Meno bene è andata al manifatturiero: in questo comparto il tasso di rendimento durante il decennio scorso si è dimezzato. Soffrendo probabilmente a causa della concorrenza internazionale. Numeri alla mano, se scorriamo i dati del rendimento del capitale negli anni '90, considerati pari all'unità i risultati del 1989, si nota che nel 2001 il rendimento del manufatturiero si è quasi dimezzato (0,52). Non fanno molto meglio le costruzioni che mettono a segno uno 0,62, mentre un risultato migliore lo ottengono le altre attività imprenditoriali con lo 0,80. Scenario ben più confortante invece emerge per i settori dove si sono avute le privatizzazioni più imponenti, come ad esempio il comparto energia (si pensi ad esempio ad Eni ed Enel). Nel 2001 il rendimento del capitale è più che raddoppiato rispetto al 1989: siamo a quota 2,21. Migliora rispetto al 1989 anche il comparto trasporti e comunicazioni che mette a segno l'1,85. Più modesto ma sempre migliore rispetto alla fine anni '80 è il risultato del settore finanza che mette a segno un 1,30. Tra le cause del buon esito del passaggio dal pubblico al privato si conta l'uso di criteri di gestione di tipo manageriale, unito a una liberalizzazione ancora parziale. Mix che ha accresciuto l'efficienza senza ridurre il potere di mercato delle imprese. Nel settore manifatturiero, invece, i prezzi alla produzione sono cresciuti molto lentamente, nonostante la modesta crescita della produttività totale dei fattori e la più sostenuta dinamica del costo del lavoro. Soprattutto negli anni '96-2003 si rileva una progressiva perdita di competitività. Prova ne è il calo della quota italiana nelle esportazioni mondiali.

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