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Enel, nessun dividendo dalla cessione Wind

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Dopo la vendita della compagnia di telecomunicazioni, l'ad Conti punta al mercato Polacco

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Ma i tre miliardi che verranno incassati dalla Orascom di Sawiris non sembrano destinati ad alimentare la politica di dividendi varata nel 2002 e confermata dall'ad Fulvio Conti per il 2006. Proprio per l'anno prossimo Conti aveva previsto un dividendo addirittura superiore ai trentasei centesimi, grazie alle risorse liberate dalla cessione di Wind. Ma, per ora, le indicazioni sembranno essere molto diverse, e gli azionisti Enel potrebbero non vedersi corrispondere nuovi aumenti della cedola per il prossimo anno. Così, visto che dal 2006 non ci saranno più dividendi straordinari, la partita Wind si risolverà probabilmente per gli azionisti in una delusione. Va avanti invece il piano d'investimenti da 10 miliardi (da finanziare anche attraverso dismissioni) promesso dall'ad, e via libera a un nuovo giro di shopping nei paesi dell'ex blocco sovietico. Nel mirino adesso c'è la Polonia, dove i vertici del gruppo sono attesi il 18 settembre per presentare un'offerta vincolante di acquisto per la centrale a carbone Dolna Odra, un impianto da 2400 megawatt. Enel non è comunque l'unica compagnia europea interessata all'affare: stando alle indiscrezioni circolate nella giornata di ieri, alla gara lanciata dal governo polacco dovrebbero partecipare altri cinque concorrenti: Iberdrola, Cez, Endesa, Electrabel e Pcc. Stando alle fonti. Ento il 18 settembre, la short list dovrebbe ridursi a 3 candidati, poi si procederà al rilancio. L'esito della gara dovrebbe conoscersi già a fine anno, a meno che le prossime elezioni politiche a Varsavia non rimescolino le carte. Il managment è al lavoro per definire gli ultimi dettagli dell'offerta, ma certo è che con i tre miliardi che Enel si avvia ad incassare dal closing dell'operazione Wind i piani di espansione possono essere rilanciati in grande stile: peccato solo per gli azionisti, ma la ricerca di investimenti remunerativi sembra avere la priorità in questa fase. Il blitz polacco, anche se inatteso, significa sostanzialmenete due cose sul lato industriale. La prima è che con il passaggio del timone da Paolo Scaroni a Fulvio Conti la strategia di espansione per linee esterne, impostata dall'attuale ad dell'Eni, viene confermata e rafforzata. La seconda è che difficilemente assisteremo a nuovi raid fuori dal core business elettrico: le energie del management si concentreranno sulla chiusura dell'accordo con Edf, prevista entro l'autunno dopo l'auspicato via libera da parte dell'Ue, e sulle acquisizioni nei paesi dell'Europa centro-orientale.

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