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I sindacati chiedono più trasparenza per i fondi

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Una battaglia che, per i sindacati, sembra ad un passo dall'essere vinta. Il Governo, stando alla posizione assunta da Maroni dopo l'ultimo incontro con le parti sociali, sembra intenzionato a fare marcia indietro, ed a concedere ai fondi chiusi, che nasceranno dalla contrattazione tra sindacati e imprese, una corsia preferenziale. Anche a costo di sfidare, all'interno della maggioranza, il dissenso di chi, come Renato Brunetta, vede nela rinuncia all'equiparazione tra i fondi una lesione del principio di concorrenza. I sindacati, dal canto loro, sostengono che il tfr ha natura esclusivamente contrattuale, e che per questo motivo la sua assegnazione ai fondi negoziali debba essere favorita. Al problema dell'equiparazione è poi collegato quello della trasparenza dell'informazione: i sindacati otterrano probabilmente che nel decreto legislativo venga inserita l'informativa al quinto mese, un avvertimento al lavoratore prima dello scadere dei sei mesi previsti dal regime del silezio-assenso. Il timore dei sindacati è che i lavoratori poco informati finiscano col sottoscrivere le polizze delle assicurazioni: piani pensionistici individuali che, oltre a comportare costi maggiori, potrebbero rivelarsi rischiosi per le modalità di investimento più "spregiudicate" di cui si avvalgono. Ma la vittoria sindacale, se ci sarà, potrebbe avere una spiacevole coda: l'Ania (Associazione nazionale imprese assicurative) - che Cgil, Cisl e Uil accusano di non aver cercato mediazioni e di aver guardato solo agli interessi di lobby - ha già promesso un ricorso alla Consulta qualora venisse data priorità ai fondi chiusi. Difficile dire se andrà fino in fondo: certo non avrà l'appoggio di Confindustria, che, sulla riforma del tfr, ha fatto una netta scelta di campo in favore dei sindacati.

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