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di SERGIO PATTI «SE C'È una cordata di operatori italiani che si prende carico della Bnl, che è una ...

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Con una presa di posizione decisamente netta, il ministro per le Politiche comunitarie Giorgio La Malfa è entrato a piedi uniti nella battaglia per la conquista dell'istituto di credito romano. Una linea seguita per coerenza pure nel caso dell'Antonveneta. Il giudizio sull'ipotesi di intervento della Popolare Italiana (ex Popolare di Lodi) nella banca di Padova è positivo: «magari ci riuscisse - ha osservato La Malfa - così da poter integrare il sistema di banche popolari». Ma dietro questi giudizi non ci sono motivazioni di tipo camapnilistico. «Ho sempre detto - ha concluso il ministro - che non poteva esserci una preferenza italiana o straniera, ma che erano offerte di mercato e come tali sarebbero state giudicate». Intanto, sul fronte della battaglia in corso per conquistare l'istituto di credito romano, il Bbva resta alla finestra, in attesa dell'incontro fra i soci del contropatto di Bnl ed Unipol, che dovrebbe segnare l'uscita di scena degli immobiliaristi dalla partita per il controllo dell'istituto capitolino. L'intesa sulla compravendita del 27,49% è già stata raggiunta e domani si tratterebbe solo di sistemare gli ultimi dettagli, per poi arrivare a chiudere definitivamente l'operazione nel giro di una decina di giorni. Il piano messo a punto dal presidente ed amministratore delegato di Unipol, Giovanni Consorte, è stato comunque definito per grandi linee (il prezzo sarebbe di poco inferiore ai 2,70 euro per azione) e già avrebbe ottenuto - secondo quanto si apprende - l'ok dagli altri istituti che affiancherebbero l'operazione, e cioè Carige e Bper. L'attenzione, dunque, adesso si concentra tutta sulle possibili mosse del Bilbao. Nel passato l'istituto basco ha più volte ribadito che non avrebbe rilanciato, anche perchè sul tavolo c'era una sola offerta. E nonostante alcuni rumors fatti circolare ad arte su un imminente rialzo dell'offerta iberica, alla fine Bilbao opterebbe per rinunciare a contrastare l'intesa fra contropatto ed Unipol. Semmai, anche su suggerimento di influenti studi legali, la strategia potrebbe evolversi sulla falsa riga di quella già adottata dall'Abn Amro nella partita per l'Antonveneta, con il trasferimento della battaglia dal campo finanziario a quello giudiziario. Una volta fatto l'accordo tra Unipol e il contropatto Bnl, infatti, si verrà a creare un patto parasociole che farà scattare l'Opa obbligatoria. Ma è proprio su quest'ultimo passaggio che potrebbero sorgere alcuni problemi. Unipol controlla attualmente il 9,9% di Bnl ed ha presentato alla Banca d'Italia la richiesta per salire fino al 15% (avendo già in tasca i diritti d'opzione per salire a questa quota). Con l'acquisto, anche se solo di una parte, del pacchetto azionario in mano al contropatto, la partecipazione della compagnia assicurativa nell'istituto di Via Veneto si farebbe ancora più forte e necessiterebbe di un'autorizzazione preventiva della Banca d'Italia. Se ciò avvenisse, gli spagnoli potrebbero intraprendere le vie legali esattamente come stanno facendo da alcune settimane i colleghi olandesi per la vicenda di Padova. A questo si aggiunge il fatto che - fanno notare ambienti vicini al dossier - un'eventuale contro-opa di Unipol sarebbe obbligatoria solo di nome, visto che la compagnia avrebbe in qualche modo studiato a tavolino le condizioni per far scattare quest'obbligo. Quindi le autorità potrebbero intervenire e chiedere lumi.

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