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Ricucci attacca Pininfarina

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Quando fanno finanza i blasonati nomi dell'industria italiana è alta ingegneria finanziaria, quando la faccio io è una finanza di serie B. Nonostante le mie partecipazioni siano detenute da più di tre anni». Così Stefano Ricucci ha replicato ieri all'intervista rilasciata al Sole 24 Ore dal vicepresidente di Confindustria, Andrea Pininfarina, secondo il quale non si possono mettere «sullo stesso piano, dal punto di vista dello sviluppo del Paese, chi fa impresa e chi di mestiere fa il raider finanziario». Per il vice presidente degli industriali, «chi decide di acquisire un'azienda quotata, che si tratti di banca o di editoria, dovrebbe avere l'obbligo di adottare lo steso livello di trasparenza che si richiede per una società quotata». «Ma per quale oscura ragione - ha risposto Ricucci - i maggiori rappresentanti di Confindustria non concentrano la loro attenzione sui problemi dell'impresa italiana e non perdono occasione di fare politica usurpando, con dichiarazioni e interviste, questa prerogativa ai politici di professione?» Secondo l'immobiliarista non è corretto che chi opera nell'alta finanza sia considerato un raider senza scrupoli, e solo chi è a capo di una grande azienda (magari piena di debiti per una gestione dissennata) una persona avente i diritti di cittadinanza economica.

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