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Arriva la stangata sulla bolletta del gas

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Da domani aumenti del 3,7% a causa del prezzo del petrolio. Il Governo si prepara a intervenire

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Scatta infatti dal primo luglio un aumento del 3,7 per cento sulle tariffe a causa del caro-petrolio. L'Autorità per l'energia ha sottolineato che il rincaro del gas è pari a 2,22 centesimi di euro al metro-cubo e, quindi, per una famiglia con consumi medi (1.400 metri cubi l'anno, 116 al mese) comporterà una «maggiore spesa di circa 31 euro l'anno». La notizia ha messo subito al lavoro il Governo, che ha annunciato una task force per monitorare gli andamenti dei prezzi nel settore energetico, compresa la benzina, per poi intervenire con provvedimenti simili a quello varato per il congelamento delle tariffe elettriche. Scajola corre ai ripari. Gia oggi il ministro delle Attività Produttive Claudio Scajola potrebbe insediare una speciale task force di esperti per mettere a punto un pacchetto di misure anti-rincari sul gas e, se sarà possibile, anche sui carburanti (la verde ormai in alcune aree di servizio viaggia verso il record storico di 1,3 euro al litro). Il ministro ha chiesto ai suoi tecnici di individuare «in tempi stretti» soluzioni «percorribili» come è stato fatto per gli aumenti della luce congelati da un decreto ministeriale la scorsa settimana. Mentre il comitato anti-rincari comincerà subito a lavorare sul fronte del gas, per i carburanti si stanno ancora valutando i margini di manovra. Sergio Garribba, tecnico di fiducia del ministro Scajola, sostiene che «in linea di principio è possibile un intervento sulle accise della benzina, che possono essere tenute fisse con un incasso fissato per il Tesoro e poi, all'interno di questo incasso rimodularle a favore dei consumatori». Un provvedimento sull'imposta di fabbricazione sulla benzina sarebbe «due volte virtuoso perchè consente di superare la crisi e di dotarsi degli strumenti per affrontare un'eventuale crisi successiva». Un intervento sulle accise, però, si scontra con le necessità dei conti pubblici. L'Unione Petrolifera ha stimato che fra benzina e diesel, nel 2004 l'erario ha incassato 35,3 miliardi, 800 milioni in più dell'anno precedente. Di questi 24,7 derivanti da accise (+1,2%) e 10,5 dall'Iva (+5%). L'aumento delle accise sui carburanti è uno degli strumenti classici che vengono utilizzati dai governi per far quadrare il bilancio dello Stato. Nel prezzo del carburante paghiamo ancora tasse che si riferiscono alla guerra in Abissinia. L'ultimo aumento a febbraio di quest'anno, con il decreto che reca misure urgenti per la tutela dell'ambiente e la viabilità. Allarme inflazione. Quanto all'allarme per il caro-vita, le prime stime degli esperti non sono rassicuranti. Secondo Donato Berardi, analista del Ref, domani l'Istat dovrebbe annunciare un aumento dell'1,9%, «in linea con i mesi precedenti, ma già da luglio il caro-energia farà sentire con più forza i suoi effetti spingendo i prezzi oltre il 2% e arrivando anche al 2,5% a fine anno».

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