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Riunione dei Governatori su tassi, petrolio e crescita

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Non dovrebbero mancare neanche accenni alla crescita economica, che in Europa continua a risultare più debole che negli Usa, dove però la dinamica dell'inflazione desta preoccupazione. In Europa i tassi di interesse continuano a mantenersi ai minimi storici del 2%. Negli Stati Uniti, invece, il presidente della Fed, Alan Greenspan prosegue sulla strada dei rialzi, al punto che attualmente il differenziale del costo del denaro fra le due sponde dell'Atlantico è di un punto percentuale. In prospettiva, inoltre, appare abbastanza scontato che la Federal Reserve continui a ritoccare all'insù il tasso di riferimento, destinato probabilmente a salire fino al 3,5% entro l'anno, mentre la Bce, secondo le previsioni degli osservatori, dovrebbe rimanere ferma per tutto il 2005. Fra le conseguenze del divergente andamento dei tassi dovrebbero continuare a ripercuotersi sul mercato dei cambi: il rialzo del costo del denaro statunitense comporta benefici per il dollaro e alleggerisce gli effetti negativi derivanti dal vistoso disavanzo dei conti commerciali Usa. E proprio sui conti a stelle e strisce i governatori del G10 potrebbero concentrare la loro attenzione, visto che ormai da più parti si sostiene che i deficit gemelli siano ormai «insostenibili», per dirla con le parole di Greenspan. Il quadro complessivo che si presenta all'attenzione dei Governatori è caratterizzato sempre da un'Europa un pò più lenta sul fronte della crescita e da un petrolio che, pur distante dai massimi, continua a marciare sui 50 dollari al barile e, di conseguenza, a minacciare e indebolire la ripresa mondiale. Il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, è tornato sull'argomento nei giorni scorsi, in occasione del consiglio direttivo che ha deciso di mantenere i tassi di interesse invariati.

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