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LA FARNESINA

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La risposta di Roma e Bruxelles

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Il ministro plenipotenziario Alberto Bradanini, coordinatore del Comitato governativo italia-Cina, spiega al Tempo le iniziative in atto per fronteggiare l'invasione dei capi cinesi sul nostro mercato. «L'Italia - spiega - è il Paese industrializzato più minacciato dalle produzioni dei paesi in via di sviluppo che avranno forti vantaggi dalla scadenza degli accordi multifibre. Inoltre, siamo il Paese che ha più da perdere. Un esempio: in Italia gli occupati nelle imprese tessili sono 850 mila; in Francia appena 250 mila. E ancora: in generale le imprese italiane che esportano all'estero sono 168 mila; quelle francesi solo 8 mila». Di qui l'allarme del governo, che ha chiesto a Bruxelles di prendere provvedimenti, senza bloccare il libero mercato, ma inserendo una serie di regole. «La prima cosa che abbiamo ottenuto dalla Commissione europea - ricorda Bradanini - è il monitoraggio dei flussi dell'export e dei prezzi delle merci asiatiche, con particolare attenzione alla Cina. Sempre su richiesta italiana, Bruxelles si è impegnata a garantire la reciprocità nell'accesso ai mercati (se i cinesi vendono in Europa, anche gli europei devono poter esportare in Cina). Entro il primo semestre sarà formulata una proposta per garantire i marchi di provenienza dei prodotti e lo scorporo della Cina dai paesi più poveri del mondo, che invece continueranno ad avere una corsia preferenziale per le loro esportazioni».

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