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Borsa, avvio d'anno in positivo

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Piazza Affari ha guadagnato lo 0,38%. Fiat, prevale l'ottimismo (+1,01%)

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I listini sono stati in parte frenati, nel pomeriggio, dall'andamento leggermente negativo di Wall Street, dopo la diffusione dell'indice Ism sull'occupazione manifatturiera negli Usa, sceso al valore minimo in dodici mesi. Il recupero del dollaro sull'euro ha invece favorito i titoli delle compagnie esportatrici negli Stati Uniti. Prima seduta dell'anno positiva anche per Piazza Affari, dominata dall'avvio dell'opa di Telecom (+1,66%) sulla controllata Tim (+0,36%). Il Mibtel ha guadagnato lo 0,38% a 23.624 punti, lo S&P/Mib lo 0,33% a 31.005 punti, mentre il Numtel ha chiuso poco sotto la parità (-0,08%) a 1.304 punti. Buone le performance degli altri titoli della galassia Tronchetti Provera, con Pirelli a +3,32% e Camfin a +2,34%. In evidenza anche Rcs, che segnato un +3,07%, e Fiat (+1,01%). In rialzo i titoli del settore bancario, con Capitalia (+0,56%) e Popolare Milano (+1,82%), e gli assicurativi, con Generali (+0,64%) e Ras (+0,30%). Fra gli energetici, chiusura in ribasso per Eni (-0,30%), mentre guadagnano Edison (+1,65%) ed Enel (+0,12%). Gli analisti prevedono che il 2005 sarà buono per chi investe in Borsa. Questo sempre che non ci mettano lo zampino una frenata oltre le attese dell'economia mondiale e un euro lanciato ancor più in orbita dalla crisi del biglietto verde. Ma gli operatori sono propensi all'ottimismo ed a puntare sul traguardo del terzo anno consecutivo di rialzi per i listini mondiali. È come sempre la Borsa americana il faro cui si guarda per capire l'andamento del mercato azionario. La maggior parte degli addetti ai lavori è pronta a scommettere sul terzo anno di guadagni di fila ma incombe la prospettiva di un costo del denaro tornato a salire e profitti aziendali che potrebbero deludere le attese. Insomma, un'impennata dell'inflazione o un crollo di Corporate America potrebbe far ritracciare i listini Usa, con inevitabili conseguenze sulle altre piazze mondiali. Serpeggia infatti tra gli addetti ai lavori il timore che molti titoli delle big di Corporate America siano sovrapresati stanti l'attuale andamento dei profitti aziendali e le prospettive di una economia che stenta ancora a decollare in modo convincente. Per gli esperti, gli Usa stanno vivendo una fase simile a quella della metà degli anni '90 in cui l'economia non andava male ma neanche troppo bene.

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