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Disoccupazione scesa al 7,4%

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Nel Centro Italia creati nuovi posti

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Secondo la rilevazione sulle forze di lavoro diffusa ieri dall'Istat la disoccupazione nel terzo trimestre 2004 è scesa di sei punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2003. L'Istat segnala che il calo delle persone in cerca di occupazione (1,8 milioni, 137.000 in meno rispetto a un anno prima) è il risultato non solo della crescita occupazionale (+0,4% pari a 93.000 persone in più) ma anche della diminuzione delle forze di lavoro (-0,2% pari a 44.000 unità in meno). Un dato questo che dipende probabilmente dall'effetto «scoraggiamento» ovvero dalla rinuncia di una parte delle persone in età di lavoro dalla ricerca concreta di un impiego. L'aumento è esclusivamente nella componente maschile (+0,7%). Oltre la metà dei lavoratori in più si registra nel Nord (+49.000 pari allo 0,4%) mentre nel Sud si segnalano solo 17.000 lavoratori in più (+0,3%). Nel Mezzogiorno 112.000 persone in cerca di occupazione in meno, risultato di 17.000 occupati in più e di 95.000 unità in meno tra le forze di lavoro. Nel Mezzogiorno la disoccupazione passa dal 14,9% al 13,6%. Mentre nel Sud le forze lavoro sono diminuite, nel Centro sono aumentate (+13.000). Secondo l'Istat al Sud nelle fasce dei più giovani e delle donne si è in molti caso rinunciato alla ricerca attiva di un impiego. I 93.000 occupati in più sono il risultato di 188.000 unità in più a tempo pieno e 95.000 in meno a tempo parziale. A fronte di 79.000 lavoratori indipendenti in più ci sono appena 15.000 unità dipendenti in più. Se l'occupazione dipendente cresce poco lo fa però in maniera stabile. I 15.000 dipendenti in più sono infatti il risultato di 101.000 unità in più permanenti e di 87.000 in meno a termine. Esaminando i diversi settori emerge che gli occupati nell'industria in senso stretto (escluse le costruzioni) calano del 2,6% (-5,4% al Sud) mentre quelli nelle costruzioni aumentano del 9,9% (boom nel Mezzogiorno con un +14,3%). Nell'agricoltura si registra un aumento degli occupati totali del 2,1% mentre nei servizi l'incremento è dello 0,2%. I dati dell'Istat sono stati commentati con soddisfazione dal Governo e con preoccupazione dall'opposizione e dai sindacati.

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