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La popolare Verona dice no a Caltagirone

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Il gruppo veneto, che secondo alcune indiscrezioni sarebbe dovuto diventare il partner bancario del patto di sindacato costituito attorno all'editore-costruttore Francesco gaetano Caltagirone, ha smentito ogni voce sul suo coinvolgimento nelle vicende azionarie della Bnl. Dunque resta ancora da individuare il gruppo bancario in grado di riequilibrare l'asseto prettamente industriale della cordata anti-Abete. Intanto l'istituto di via Veneto ha fatto sapere che l'aumento di capitale da 1,2 miliardi è stato sottoscritto per il 99,49% e che gli azionisti del Patto di sindacato, e cioè il Banco di Bilbao (Bbva), le Assicurazioni Generali e la Dorint Holding di Diego Della Valle hanno sottoscritto le loro quote, pari a circa il 28% del capitale della banca. Sul fronte di Piazzari, il titolo resta sugli scudi. Ieri le azioni dell'istituto romano hanno registrato l'ennesimo rialzo. «Malgrado l'avanzata dei giorni scorsi - ha spiegato all'Ansa un operatore di una Sim milanese - continua la caccia alle azioni sul mercato». Così, i titoli ordinari sono saliti dell'1,21% a 2,086, mentre le azioni di risparmio sono avanzate dello 0,46% a 1.761 euro. A spingere però è anche l'aspettativa per un'Opa da parte del Banco di Bilbao, che potrebbe provare a chiudere in questo modo (Bankitalia permettendo) la contesa con il contropatto. Gruppo formato da Caltagirone insieme agli immobiliaristi e costruttori Danilo Coppola, Giuseppe Statuto, Stefano Ricucci, Giulio Grazioli, Ettore Lonati e Vito Bonsignore, con l'ultima adesione (in attesa di accertamento) da parte dell'imprenditore italo-argentino Franco Macrì.

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