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L'industria di Roma apre alle banche

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Il presidente Luigi Abete alla riunione del direttivo ha indicato alcune linee strategiche e intende procedere spedito. Il primo obiettivo potrebbe essere proprio quello indicato tra le priorità nel suo programma, ovvero l'allargamento dell'associazione alle banche. Al momento si tratta solo di un'ipotesi che potrebbe essere favorita dal fatto che Abete è vicepresidente dell'Abi (l'associazione delle banche italiane), nonchè presidente della Banca nazionale del lavoro. Su questa ipotesi il presidente dell'Unione è in sintonia con il numero uno della Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo che sta facendo passi in avanti in questa direzione. Il progetto di aprire le porte dell'Unione alle banche, si inserisce in pieno nel dibattito del rapporto tra gli istituti di credito e le imprese. Questo tema particolarmente sentito anche dal Governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio, è stato uno dei punti centrali della campagna elettorale di Abete a Roma. Anche Montezemolo più volte ha sottolineato che tra banche e imprese deve esserci un rapporto di collaborazione e che gli istituti di credito devono sostenere lo sviluppo delle aziende soprattutto nella realtà meriodionale dove l'accesso al credito è più costoso e più difficile. In questa prospettiva è stato aperto un dialogo tra l'Abi e la Confindustria, che è culminato in un protocollo d'intesa. Ma il segno del cambiamento Abete vorrebbe darlo a cominciare dal nome dell'Unione. Sul tappeto c'è l'ipotesi di sostituire Unione Industriali di Roma con Unione delle Industrie e delle Imprese di Roma. Questa novità preluderebbe all'ingresso delle banche e starebbe a indicare che l'associazione vuole allargarsi anche ad altre realtà imprenditoriali che sono rilevanti nel panorama romano e hanno un ruolo di primo piano nello sviluppo economico. L'Unione Industriali aveva già avviato, sotto la presidenza del predecessore Giancarlo Elia Valori, l'ampliamento del numero delle imprese e Abete intende continuare su questa strada.

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