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L'investimento migliore resta nel mattone

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I prezzi non saliranno più alla velocità degli ultimi anni, ma il mercato resterà vivace in tutta Europa

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E anche se appena due giorni fa il prestigioso settimanale inglese The Economist si domandava se ci troviamo di fronte a una delle più grandi bolle speculative della storia, visti gli enormi incrementi di valore delle case negli ultimi anni e in tutto il mondo, le prospettive in Italia e in Europa dicono che il mercato degli immobili resterà ancora attivo. È questa perlomeno una delle conclusioni dell'indagine di Tecnoborsa sul patrimonio abitativo in Europa, che sarà presentata più diffusamente questa mattina alla Camera di commercio di Roma. Lo studio, che presenta una delle panoramiche più attente sull'evouzione del mercato degli immobili in Europa, evidenzia che nella maggior parte dei Paesi europei, negli ultimi due anni, il comparto è cresciuto sia in termini di disponibilità di alloggi che di transazioni e prezzi. E per i prossimi due anni la gran parte degli esperti del campo abitativo individuati in alcune decine di stati europei (il campione si spinge fino all'Asia centrale) prevedono un trend ancora crescente per i prezzi delle case, anche se a un ritmo più lento rispetto a quanto avvenuto sino ad oggi. In particolare, lo sviluppo di nuove costruzioni immobiliari sta coinvolgendo l'Europa orientale e l'Asia centrale, mentre il 22% degli esperti intervistati nella ricerca di Tecnoborsa vede in calo le compravendite nell'Europa occidentale. Ma nell'indagine c'è pure una autorevole risposta alla domanda che in questi mesi si fanno molti risparmiatori: oggi è ancora il caso di puntare sul mattone o è meglio svincolare i propri soldi per dirigersi verso altri comparti? Su questo punto lo studio fa alcune proiezioni che sembrano escludere una caduta del mercato immobiliare. Le transazioni previste per i prossimi due anni cresceranno in Europa Orientale e Asia centrale, mentre nell'Europa centrale non diminuiranno rispetto ad oggi. Un discorso che diventa ancora più netto se si parla di prezzi. L'89% gli esperti dell'area Europa centrale e Orientale hanno affermato che nei prossimi due anni i prezzi degli immobili cresceranno ancora, mentre nei mercati più saturi dell'Europa occidentale, il 72% pensa che i prezzi resteranno stabili, contro appena il 9% che si attende una diminuzione. Fenomeni che si spiegano con il boom dell'edilizia in atto nei Paesi dell'Est europeo, dove la crescita economica a due cifre di questi ultimi anni sta favorendo un rapido arricchimento di vaste fasce di popolazione. A questo, inoltre, va aggiunto un "esaurimento" degli immobili disponibili, visto che una quota vicina al 75% delle case di proprietà degli Stati e degli enti pubblici è già stato messo in vendita. In questo quadro, emerge una realtà immobiliare in forte espansione in tutta Europa. Tanto da indurre, per la prima volta, a studiare l'evouzione del patrimonio abitativo su scala internazionale. Di qui lo sforzo di Tecnoborsa, la società consortile delle Camere di Commercio per lo sviluppo, la regolazione, la trasparenza e la ricerca del mercato immobiliare, presieduta da Aldo De Marco. Dopo la grande attenzione suscitata nelle prime due edizioni, con la partecipazione di oltre 150 esperti provenienti da 50 paesi europei e non, la società ha promosso in cooperazione con l'Unece (la Commissione Economica per l'Europa delle Nazioni Unite) e il Reag (Real Estate Advisory Group, di cui è socia), il Terzo Forum Europeo sull'Economia Immobiliare. La novità di quest'anno è la portata mondiale del summit che, per la prima volta, affronta il tema del mercato immobiliare europeo anche in chiave globale, in linea con la Millennium Declaration dell'Onu del 2000 che intende portare all'abbattimento del 50% della povertà nel mondo entro il 2015.

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