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Alitalia, pool di banche per il prestito

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Terremoto sul titolo (-6,28%) per il timore delle ripercussioni del caro greggio

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All'incertezza sul piano industriale e sulprestito ponte si sono unite le preoccupazioni per l'impatto che potrebbe avere l'aumento del prezzo del greggio sui conti della compagnia. Tanto più che ieri Air France e Klm hanno annunciato che per ammortizzare il caro petrolio aumenteranno di 3-4 euro il prezzo dei biglietti. Alitalia ha fatto sapere di non aver preso ancora una decisione ma di fatto rischiano di sfumare i risparmi ottenuti proprio nel capitolo rifornimenti nel primo trimestre dell'anno. Grazie all'euro forte la compagnia ha potuto risparmiare 20 milioni di euro. Risultato è che ieri il titolo Alitalia ha perso il 6,28%. Ora si guarda al consiglio d'amministrazione di giovedì che dovrebbe fornire particolari sul nuovo piano industriale e sul prestito ponte. Contatti informali sarebbero già in corso con alcune banche per creare una sorta di consorzio di salvataggio. La notizia trapela dal mondo bancario ma nessun istituto finora vuole esporsi. La condizione per concedere quel prestito ponte che il supercommissario Cimoli ha chiesto per assicurare la continuità di gestione della compagnia, è che il Tesoro si faccia garante. E non solo. Come nei giorni scorsi ha detto il numero uno di Intesa Corrado Passera, ci deve essere anche un piano di risanamento credibile. Sono queste le condizioni che le banche chiedono per correre in aiuto dell'Alitalia. Al momento però la situazione è di stallo. C'è inoltre il problema del via libera di Bruxelles che deve verificare se il prestito si configura come un aiuto di Stato. In questo caso non sarebbe ammesso. Il ministro delle Attività Produttive Antonio Marzano ieri ha detto che non è previsto alcun incontro tra i rappresentanti del governo e il commissario Ue ai Trasporti, Loyola de Palacio, per parlare del caso Alitalia. Non c'è ancora un piano industriale quindi sarebbe prematuro porre il problema a livello europeo. Intanto Cimoli è al lavoro per mettere a punto la cura anti crisi. Le linee sono quelle indicate dall'accordo di Palazzo Chigi, ovvero una holding con le attività accorpate in società con bilanci separati. Il ministro del Welfare Roberto Maroni ha messo subito in chiaro che gli esuberi non saranno assorbiti dal pubblico impiego. Ha anche detto che gli ammortizzatori sociali, se saranno introdotti, dovranno valere per tutte le compagnie e quindi non solo per l'Alitalia. In questa situazione di stallo si sono fatti sentire i fornitori della compagnia che battono cassa. I problemi riguarderebbero, in particolare, le forniture di carburante: ad Alitalia, come anche ad altre compagnie, è stata richiesta la contrazione dei tempi di pagamento delle forniture.

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