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Deficit 2004 sotto il 3% ma solo con tagli alle spese

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Scarso sarà, invece, l'apporto proveniente dalla crescita, dal momento che il Pil italiano avanzerà di appena l'1,2%. Questa l'analisi del Fondo Monetario Internazionale nel World Economic Outlook di primavera. L'economia italiana, così come quella di molti dei paesi di Eurolandia, langue tanto che il Fmi, è stato costretto a correggere al ribasso le previsioni per quest'anno e per il prossimo, limandole rispettivamente di 0,1 e 0,4 punti percentuali, all'1,2% nel 2004 e al 2% nel 2005. Un ritmo che risulta tra i più bassi di Eurolandia, con l'unica esclusione di Portogallo e Olanda, la cui crescita si fermerà quest'anno ad appena lo 0,8% e l'1%. Tra i diversi paesi del mondo, del resto, il Fondo Monetario si aspetta che come gli Stati Uniti anche l'Italia adotterà una politica economica espansionistica. Ma dà per assodato che il Governo riuscirà a tenere i conti in ordine, con un disavanzo contenuto entro i limiti di Maastricht sia quest'anno che il prossimo. Dopo le «troppe una tantum» che hanno permesso anche nel 2003 di non sforare i target, per quest'anno il Fondo spiega che la sua previsione di un disavanzo al 2,9% è stata costruita sulla base della «valutazione del bilancio del governo, aggiustata per le previsioni macro dell'Fmi stesso, e sulla presunzione che le autorità faranno uso del loro potere discrezionale di controllo della spesa (rafforzato a fine 2002) per evitare di sforare il tetto del 3% del disavanzo».

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