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Bot ai minimi storici ma gran richiesta

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Nonostante il nuovo minimo storico toccato, le richieste di bot trimestrali continuano a viaggiare su livelli elevati: a fronte di un'offerta di 4,5 miliardi, nell'asta di ieri c'è stata una richiesta pari a poco più di 9,6 miliardi. Discreto successo anche per i Buoni ordinari del Tesoro annuali, i cui rendimenti sono tornati sopra la soglia del 2%. L'onda lunga di Parmalat e Cirio e la tanto attesa ripresa economica di cui però al momento in Europa non c'è traccia spingono, secondo gli analisti, i risparmiatori verso titoli cassaforte. Ma nell'asta di ieri qualche segnale positivo c'è: il fatto che siano i titoli a breve termine a piacere indica che in giugno i soldi ora investiti in Bot trimestrali potranno riversarsi su mercati più produttivi. Quindi c'è la speranza che da maggio-giugno «possa arrivare più moneta in Borsa». I Bot a tre mesi hanno visto scendere, nell'asta di ieri, i rendimenti semplice e composto a 1,940% e 1,954%, in calo dai precedenti 1,958% e 1,973% dell'ultima asta (10 marzo) e al di sotto del precedente minimo storico raggiunto il 12 gennaio a 1,956% e 1,970%. La richiesta per i buoni trimestrali è stata pari a poco più di 9,6 miliardi, a fronte di un'offerta di 4,5 miliardi. Nelle tasche dei risparmiatori, secondo le elaborazioni fornite da Assiom, finisce così un rendimento effettivo dell'1,31% cioè circa un punto percentuale in meno rispetto all'inflazione rilevata in marzo dall'Istat (2,3%). Nonostante la flessione, il rendimento effettivo non scende però al minimo assoluto: il rendimento all'osso dei titoli a 267 giorni (circa 9 mesi) ha raggiunto l'1,18% il 29 marzo scorso. In ripresa, invece, i Buoni ordinari del Tesoro annuali (rendimento sopra il 2%).

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