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Confcommercio, nel 2004 spese al lumicino

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Diffuso il timore di un incremento dell'inflazione. La casa si conferma bene rifugio per i risparmiatori

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Ma anche meno prodotti freschi e di marca sulla tavola. È questa la borsa della spesa degli italiani per il 2004, secondo l'indagine Censis-Confcommercio «Valori, consumi e stili di vita degli italiani nel 2004», presentata al sesto Forum Confcommercio Ambrosetti di Cernobbio. Insomma un 2004 all'insegna del contenimento dei consumi, dell'abolizione delle spese superflue, della ricerca dell'elemento prezzo-convenienza. A determinare questi comportamenti di spesa - secondo l'indagine - è l'incertezza sulla situazione economica, la sensazione di perdita di potere d'acquisto e, a volte, la necessità di intaccare i propri risparmi per far fronte alle spese quotidiane. La quasi totalità degli intervistati (92,4%) «immagina un futuro dove l'inflazione continui ad aumentare». Il 52% degli intervistati ha dichiarato infatti che quest'anno sarà più parsimonioso e misurato nelle spese, il 25,5% che comprerà solo lo stretto necessario e solo il 23,2% si concederà, talvolta, piccoli o grandi lussi. Secondo la ricerca a venire colpiti dalla perdita di potere d'acquisto del reddito familiare (per il 75,4% resterà stabile, per il 16,1% calerà), dovrebbero essere soprattutto i comparti del tessile-abbigliamento, dei beni durevoli (elettrodomestici, veicoli, etc.), dei prodotti tecnologici e degli alimentari. In particolare la percentuale di chi spenderà meno per vestirsi è passata dall'11,6% del 2002 al 46,3%; quella di chi risparmierà sui beni durevoli si è fissata al 37%; quella che ridurrà la spesa alimentare al 16,9% (era il 5,3% nel 2002). Mentre quella che eliminerà gli sfizi tecnologici si è attestata al 36,1%. A costoro si aggiunge poi un 35,1% di intervistati che si dice pronto a limare le spese destinate al tempo libero (l'80,2% le ha già ridotte), percentuale che, 2 anni fa, era del 9,7%. In aumento - secondo l'indagine - potrebbero invece essere i capitoli di spesa legati alle cure mediche (secondo le previsioni del 37,2% degli intervistati) e all'istruzione (24,3%). Secondo la rilevazione infatti quest'anno l'83,5% degli italiani ricorrerà più frequentemente alle offerte speciali, il 70% acquisterà di più i prodotti non di marca (marchi commerciali e brand del distributore). La casa, gli immobili, sembrano rimanere l'ultima ancora di salvezza del piccolo risparmio: il 19% degli intervistati «ha in atto una pratica per l'acquisto» o prevede di effettuarlo entro l'anno. In aumento chi utilizzerà o ritiene conveniente utilizzare il credito al consumo: dal 31,7% del 2002, la percentuale quest'anno è infatti salita al 33,9%.

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