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di LAURA DELLA PASQUA GIULIO TREMONTI rischia il default sulla cartolarizzazione degli immobili.

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Alla fine l'onere per le casse dello Stato sarebbe maggiore del guadagno. Il 26 aprile scade il rimborso della prima tranche di titoli pari a 1,5 miliardi che sale a 1,9 miliardi aggiungendo il pagamento delle cedole. A questa data c'è la possibilità di rinviare il rimborso alla scadenza legale del 26 aprile 2006 ma questo di certo non sarebbe un buon segnale per il mercato. Il problema è che per pagare il rimborso il Tesoro non ha denari a sufficienza in quanto l'incasso dalla vendita degli immobili è stato inferiore alle aspettative. Ma facciamo un passo indietro. Con il meccanismo della cartolarizzazione, la Scip, vengono emesse obbligazioni acquistate dagli investitori. Il rimborso è garantito dal ricavato della vendita degli immobili. Questo presuppone però che le dismissioni immobiliari procedano bene. Dal 2001 al 2003 lo Stato ha emesso titoli per quasi 26 miliardi che sono serviti a ridurre il debito pubblico e l'indebitamento della pubblica amministrazione. Nel 2003 i risultati delle vendite sono stati deludenti. Per gli immobili residenziali lo Stato ha incassato 556 milioni ovvero solo il 30% di quanto stimato e per quelli commerciali le vendite sono state solo l'1% di quanto ci si aspettava. Quindi complessivamente a dicembre 2003 Tremonti aveva incassato dalle dismissioni 693 milioni. Ma questi soldi non bastano a rimborsare la prima tranche di obbligazioni da 2 miliardi. Ecco quindi che per far fronte a questo problema Tremonti ha trovato un escamotage. Come si è inventato le privatizzazioni mascherate trasferendo una quota di Eni e Enel alla Cassa Depositi e Prestiti, cioè al Tesoro stesso, ha pensato di fare lo stesso con la vendita degli immobili. Come? L'invenduto lo riacquista il Tesoro tramite Fintecna che gli appartiene al 100%. Cioè il Tesoro vende immobili demaniali a se stesso. Questa «furbizia» è già stata attuata con le aste di gennaio alle quali Fintecna ha partecipato e ha rilevato immobili per circa 8 milioni. Ma anche questa operazione non basta a far cassa per rimborsare le obbligazioni. È allo studio la possibilità di fare a Scip un prestito tramite le banche con la garanzia dello Stato. Con il passaggio attraverso il sistema del credito il prestito non verrebbe ad aumentare il disavanzo pubblico. Anche questo meccanismo però ha un costo. Così oltre agli interessi sui titoli più elevati di quelli del debito pubblico e i costi della cartolarizzazione il Tesoro dovrà far fronte anche agli interessi sul prestito delle banche. Quali sono quindi le prospettive? Giuseppe Pisauro, economista e docente di Scienza delle Finanze all'Università di Perugia che ha approfondito il tema delle cartolarizzazioni spiega che «è uno strumento efficace perchè nell'immediato riduce l'indebitamento ma non efficiente perchè ha un costo elevato. Le prospettive, se restano i problemi sulla vedita degli immobili non sono buone. Problema si ripresenterà tra un anno se non si accelera il ritmo delle dismissioni». In un intervento su Lavoce, Pisauro sottolinea che «i risultati del 2003 sono largamente al di sotto delle aspettative e ciò non dipende dall'attesa del provvedimento che garantisce uno sconto agli inquilini-acquirenti». L'economista sottolinea che l'unico vantaggio delle cartolarizzazioni è di far cassa subito e migliorare l'aspetto dei contipubblici. Ma a fronte di vantaggi presunti vi sono costi certi». Nel triennio 2001-2003 le operazioni di cartolarizzazione hanno portato all'emissione di titoli per quasi 26 miliardi. Per il 2004 è in agenda la Scip3 per gli immobili della Difesa.

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