Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Tassone: «Impediremo la svendita di un patrimonio del Paese»

default_image

  • a
  • a
  • a

Soprattutto l'eventuale privatizzazione «non deve essere svincolata da una politica complessiva su Alitalia e da una strategia complessiva sul trasporto aereo». Ad affermarlo è il vice ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Mario Tassone, secondo cui occorre bloccare gli esuberi perché «ci sono anche altre spese da tagliare oltre a quella del personale» e mettere in campo una strategia complessiva di rilancio del trasporto aereo in Italia. «Non esiste un problema Alitalia isolato - sottolinea Tassone -. C'è una crisi del trasporto aereo di cui la vicenda della compagnia di riferimento costituisce il fatto emblematico. Ma risolvere questo problema con soluzioni tampone senza affrontare la situazione complessiva del settore ci consetirebbe di andare avanti solo per pochi mesi». «Io sono per salvare Alitalia - spiega il viceministro - anche attraverso la privatizzazione, ma tutto dev'essere sotto controllo per evitare la dilapidazione di un patrimonio che non può essere certamente dissipato». Soprattutto, aggiunge, «vediamo chi sono gli interlocutori». Dunque, secondo Tassone, «la privatizzazione è una soluzione possibile, però senza svendite» e «il nucleo centrale del patrimonio di Alitalia dev'essere salvaguardato». D'altra parte, evidenzia, «c'è già un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, ora bisogna andare in Parlamento a discutere e vedere se il piano industriale che lo accompagna, messo in piedi dall'amministratore delegato della compagnia, Francesco Mengozzi, è compatibile con questa prospettiva complessiva di riforma del trasporto aereo». Per il vice ministro, quindi, nessuna soluzione è possibile se si prescinde da questioni prioritarie come quelle inerenti «il sistema della gestione aeroportuale» o «l'esigenza di alleanze anche per i voli domestici». «Nessun vettore - spiega - regge sul mercato se non ha almeno il 65% o il 70% dei voli domestici. Quelli che resistono fuori dall'Italia, attraverso il gioco di alleanze, hanno quasi la totalità delle gestione del trasporto domestico. E riescono a competere anche nelle lotte intercontinentali. Ma se io ho 106 aeroporti non vado da nessuna parte...». «Non criminalizzo nè Mengozzi nè il management - assicura Tassone -. Hanno fatto il lavoro che dovevano, a mio avviso», ma «non è competenza di Mengozzi parlare di politica del trasporto aereo».

Dai blog