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Bce, tassi fermi al 2% aspettando i risultati del G7

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Dovrebbe essere questo, secondo la maggior parte degli analisti, il quadro che emergerà dalla riunione del Consiglio direttivo della Bce, in programma domani a Francoforte. La Bank of England, invece, secondo molti osservatori si appresta a varare la seconda stretta monetaria nel giro di pochi mesi (a novembre aveva portato il costo del denaro dal 3,50% al 3,75%) e ad alzare, forse già giovedì, il tasso di sconto al 4%. Dall'altra parte dell'Atlantico la Fed, la settimana scorsa, ha iniziato a preparare i mercati all'ipotesi di un inasprimento della leva monetaria nei mesi a venire. L'attivismo della banche centrali inglese ed americana, tuttavia, non dovrebbe essere seguito nel breve termine dalla Bce, nè in un senso nè nell'altro. Da un lato, infatti, i toni di allerta nei confronti del supereuro usati nelle scorse settimane dal presidente Jean-Claude Trichet e dal capoeconomista Otmar Issing, che si erano detti «preoccupati» dall'eccessiva volatilità dei cambi, negli ultimi giorni si sono attenuati. Così, in parallelo, anche le speculazioni relative a un imminente taglio dei tassi da parte della Bce, finalizzato a togliere ossigeno al rialzo della moneta unica, sono rientrate insieme al riposizionamento dell'euro su livelli più bassi, rispetto al dollaro (intorno a quota 1,25), dal record di 1,29 toccato lo scorso 12 gennaio. Le dichiarazioni rilasciate in questi giorni da alcuni membri del Consiglio direttivo fanno intendere che all'Eurotower si respira un aria più tranquilla sul fronte dei cambi.

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