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Alitalia, riprende la trattativa sul piano

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C'è il rischio di un inasprimento della vertenza e di nuovi scioperi. Incombono tagli per 2.700 unità

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Oggi Governo, azienda e sindacati torneranno a sedersi al tavolo e si capirà, allora, se per il negoziato, finora infruttuoso, è veramente arrivato il momento della svolta che consentirà di avviare nei prossimi giorni una fase stringente e conclusiva. Si riparte con incontri separati: in mattinata, al ministero delle Infrastrutture, è convocata l'azienda mentre l'appuntamento per i sindacati è nel pomeriggio alle 16. A più di un mese dalla firma del protocollo di Palazzo Chigi (era il 29 dicembre scorso) e dopo un confronto che, secondo la tabella di marcia, doveva approdare una verifica finale il 31 gennaio, la trattativa versa in una fase di stallo. Mancati gli obiettivi fissati a dicembre, ora si è passati ai tempi supplementari. Non è stata ancora indicata una nuova data per tornare a Palazzo Chigi e ci si aspetta che nell'incontro di oggi venga stabilita la nuova dead-line, che potrebbe cadere intorno al 7 febbraio. Anche se i top manager dell'aviolinea dicono di non appassionarsi alle date e ribadiscono la volontà di proseguire il confronto nello spirito degli accordi di Palazzo Chigi, verosimilmente, questa disponibilità a far slittare l'attuazione del piano potrebbe non essere ad infinitum. E così la compagnia, che perde 50 mila euro l'ora, potrebbe fissare una nuova scadenza per procedere all'attuazione del piano industriale. Ma non solo. Un eccessivo allungamento dei tempi potrebbe rendere più difficile ai sindacati la gestione del nervosismo e del malcontento della base, sulla quale, di fatto, continuano a incombere tagli complessivi per 2700 unità, tra esuberi effettivi di 1.500 lavoratori e fuoriuscita dal perimetro aziendale di altri 1200 dipendenti in seguito alle operazioni di outsourcing. E il risultato potrebbe essere quello di un inasprimento di una conflittualità latente, già sfociata in scioperi effettuati nel rispetto delle regole e in proteste spontanee. Ad appesantire il clima, negli ultimi giorni, è stato il nulla di fatto dell'incontro del 27 gennaio scorso al ministero delle Infrastrutture. Sulla carta (così, infatti, era previsto dal calendario stilato l'8 gennaio scorso) l'incontro doveva essere l'occasione per tirare le fila del confronto, ma alla fine si è risolto in una nuova riunione interlocutoria anche per l'assenza del ministro Pietro Lunardi, dal quale era partita la convocazione. Un'assenza che ha provocato la manifesta irritazione dei sindacati e il malcelato disappunto -così assicurano fonti presenti all'incontro -dei vertici di Alitalia. È su questo sfondo, pieno di zone d'ombra, che oggi si torna a trattare e l'incontro si carica di significati. Giovedì scorso Berlusconi ha convocato un vertice con Fini e Letta, il presidente di Alitalia Giuseppe Bonomi e l'amministratore delegato Francesco Mengozzi. Intanto i sindacati chiedono al Governo di avanzare una sua proposta.

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