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Buoni pasto, rischio rincari

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Il 40% usa i buoni pasto. In totale, sono 350 milioni i tickets annui, per un giro d'affari di 2 miliardi di euro. Ieri, in Confesercenti hanno illustrato la delicata faccenda dei buoni pasto, il presidente della Fiepet-Confesercenti, Ermes Anigoni, il segretario nazionale, Tullio Galli e il presidente provinciale Liborio Pepi; gli onorevoli Carlo Carli dei Ds e Gianantonio Arnoldi di Forza Italia. Nocciolo della questione l'annunciato stop ai buoni pasto da aprile, da parte dei pubblici esercizi e degli alimentaristi aderenti alla Confesercenti, che non accetteranno più i tickets, in segno di protesta contro l'aumento delle commissioni da parte delle società emettitrici, se il Governo non interverrà entro due mesi. La stessa Confesercenti ha presentato una proposta di legge. Le società che emettono buoni pasto (una decina, le più importanti in Italia), per aggiudicarsi l'ultima gara indetta dalla Consip, avrebbero presentato offerte con percentuali di ribasso fino al 16-17%, ricaricate, però, una volta avuto l'appalto, sulle commissioni applicate agli esercenti che sarebbero passate, di conseguenza, dal 5 al 9% medio. «Un aggravio che i pubblici esercizi e gli alimentaristi non sono in grado di sostenere - ha spiegato Anigoni - se non ritoccando verso l'alto i prezzi». Confesercenti ha anche presentato una proposta di legge: «Perché, da un anno, cerchiamo un dialogo col Governo, ma non abbiamo avuto risposte, finora - ha detto Arnoldi - Noi di Forza Italia abbiamo cercato di definire questa faccenda dei tickets già nell'ultima Finanziaria, attraverso un emendamento, che non passò, che conteneva il ridimensionamento del ruolo della Consip, nell'assegnazione delle gare d'appalto. Ora, anche partendo dalla vostra proposta di legge, garantiamo che ci siamo».

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