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SE la riforma delle pensioni dovesse slittare sarebbe un gravissimo danno per il Paese e per la credibilità del governo.

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Basta con le tattiche dilatorie». «Berlusconi - ha dichiarato - ha assunto la responsabilità di una riforma delle pensioni indifferibile per ragioni di sostenibilità finanziaria e necessaria per motivi di equità sociale». «Berlusconi - ha aggiunto D'Amato - ha fatto tre mesi fa un'impegnativa dichiarazione televisiva in cui si assumeva in maniera molto forte la responsabilità di una riforma delle pensioni indifferibile per ragioni di sostenibilità finanziaria e necessaria per motivi di equità sociale. Per questo non è possibile continuare ad avere incertezze e tentennamenti. Le analisi sono già state fatte, il confronto c'è già stato. Mi chiedo cosa ci sia ancora da approfondire e da analizzare. Continuare così vuole dire creare una situazione di disagio nel Paese, anche dal punto di vista dei rapporti sociali, e questo non aiuta di certo». Sul fronte opposto l'intervento dei sindacati. «Se sulle pensioni si arriverà a uno strappo del governo non possiamo che pensare alla mobilitazione e alla lotta, fino allo sciopero» ha detto il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, pqr il quale «è al governo ora che tocca scoprire le carte». «Sulle politiche del governo - ha affermato Epifani - aspettiamo che finalmente decida qualche cosa sulle proprie scelte in materia di politica sociale e previdenziale. E a quel punto, se il governo andrà avanti a tagliare i diritti previdenziali, credo che si imponga una risposta del mondo del lavoro». Epifani ha sottolineato che dopo lo sciopero del 6 dicembre è passato oltre un mese. «Logica vorrebbe che si facesse un punto unitario di confronto».

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